5 Giu 2013
FINI TORNA ALLA CAMERA DOPO LA SCONFITTA ELETTORALE
ROMA (RIVER FLASH)- Prima uscita dopo la dura sconfitta elettorale. Prima volta alla Camera da ex: ex presidente, ex parlamentare, ex capo-partito. Sala della Regina, stesso piano della presidenza della Camera, quello che è stato il suo bunker per anni.
Fini interviene alla presentazione del libro di Paolo Armaroli Lo strano caso di Fini e il suo doppio nell’Italia che cambia. La rabbia espressione del silenzio: “Mi dispiace deludervi – dice – ma non ho alcuna intenzione di parlare”. Chissà se parlerà nel libro che sta scrivendo da solo: un po’ elaborazione del lutto, un po’ atto d’accusa. La rabbia è solitudine, di chi da settimane sta col telefono spento, e ha scelto di vedere poca gente: amici, collaboratori. Una ricostruzione del Ventennio, errori, limiti, Fiuggi, il primo governo, la traversata nel deserto, e ancora il secondo governo con Berlusconi, il pentimento sulla nascita del Pdl, gli ultimi tre anni, la ribellione, il “che fai mi cacci”, la perdita di tutto, anche del consenso. Accusa e elaborazione del lutto, propria di chi sente che la storia gli darà ragione ma la politica, intesa come voti, gli ha dato torto.
Futuro e libertà non c’è più. Fini ha lasciato ciò che resta della sua ultima creatura: “Voglio essere libero” ha detto ai suoi. Liberi tutti. Il futuro, chissà. Fulco Lanchester da una ventina di minuti cerca di calamitare la sala sulla “liquefazione” del sistema politico, la crisi sociale, economica, istituzionale, l’impatto sul ruolo del Parlamento. Fini di fronte a sé vede la liquefazione della destra. In sala, e non solo. Perfida, Donna Assunta Almirante, camicia rossa come la vendetta, colei che condannò Gianfranco per il tradimento si lascia andare: “Un consiglio a Fini? Si riposi. Gli animi sono ancora agitati. È chiaro che l’errore e a monte, sciogliere il Movimento Sociale, ma la vedo difficile rimettere assieme i pezzi. Indietro non si torna”.