AG.RF.(MP).14.10.2014
“riverflash” – Pubblichiamo volentieri il comunicato stampa che ci è appena giunto dalla Fimmg Lazio:
“Siamo rimasti sconcertati dalla veemenza con cui Federfarma Lazio replica ad un articolo di Repubblica dell’ 11 Ottobre u.s. che ha tratto spunto da una nostra comunicazione inviata alla Regione Lazio in data 29 Settembre. Premesso che usare termini come “difendere la centralità delle proprie posizioni” andrà pure di moda ma nello specifico non c’entra nulla, qui da difendere ci sono solo alcune regole di buon senso. C’e’ un protocollo regionale siglato dai Medici con la Cabina di regia della Regione Lazio che non menziona tale presunto progetto sperimentale. Quindi, o vale un protocollo regionale oppure vige il caos disorganizzato dove ognuno fa come gli pare, sperimentando bislaccamente cosa? La distribuzione dei vaccini? Ma per favore. La catena del freddo dalla farmacia allo studio è conservata, dalla ASL allo studio che succede? Ci sono i monsoni? Ma per cortesia. Aldilà dei toni che rispediamo al mittente rimane il fatto che ogni anno, da piu’ di un decennio, i medici d i famiglia vaccinano milioni di persone, con tassi di copertura vaccinale tra i migliori in Italia e questo insieme ai centri vaccinali delle ASL, si chiama sanità pubblica, non ci sono posizioni da difendere ma risultati da migliorare per la salute dei cittadini. E, purtroppo per qualcuno, ci sono alcune regole da seguire. Un protocollo regionale è tale, un progetto sperimentale anche. Sperimentino pure cio’ che vogliono ma lo facciano nel rispetto delle regole. Nulla contro i farmacisti che giustamente rivendicano un ruolo, dobbiamo solo capire se abbia un senso firmare e concordare un protocollo regionale con obiettivi di salute pubblica, vedendosi anche preclusa la possibilità di vaccinare senza costi aggiuntivi gli anziani a domicilio per lo pneumococco per motivi di spesa (quale?), per poi vedere che invece di “sperimentare” una copertura vaccinale che nelle altre regioni già offrono agli anziani, si “sperimenta” la distribuzione del vaccino nelle farmacie. Nulla quaestio, evidentemente ci sono visioni differenti, troppo differenti”.
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