di Valter Chiappa (AG.RF 10.07.2014) ore 22:29
(riverflash) – Ci sono film in uscita anche a inizio estate, anche se le case di distribuzione scelgono l’autunno per presentare nelle sale cinematografiche il meglio della loro produzione. Oggi vi proponiamo 3 film di cui 2 made in USA e il terzo di produzione francese, con la speranza di aiutarvi a scegliere prima di entrare al cinema.
Synecdoche, New York
Un regista teatrale incline alla depressione e ad un’ipocondria che il corpo asseconda con bizzarre sintomatologie non si gode la vita familiare, né riesce a vivere le relazioni esterne. Quando la moglie lo lascia (per un’altra) portandosi via la figlia, decide di mettere in discussione la sua intera vita nel modo che conosce meglio: trasformandola in un gigantesco spettacolo teatrale. Così a New York sostituisce il gigantesco spazio dell’allestimento e ad ogni personaggio della sua vita un alter ego, in una continua sineddoche (sostituzione di un termine con un altro in qualche modo relazionato al primo).
In questo plot infinito ogni processo, ogni rapporto, ogni meccanismo viene vivisezionato, mentre la finzione sostituisce e supera la realtà o quel poco che ne è rimasto.
L’ambizione del progetto di Kaufman è evidentemente smisurata. Per cui, nonostante il suo talento visionario trovi espedienti narrativi talora stupefacenti e nonostante si avverta la sincerità delle sue intenzioni, il flusso infinito delle elucubrazioni del protagonista gira a vuoto e si avvita e lo spettatore, dopo 2 ore, non sa più che cosa sta seguendo e perché. Indigeribile.
Voto: 5 ½
Jersey Boys
Un’altra storia americana. Di nuovo il racconto di un successo. Ancora le difficoltà degli esordi, le amicizie equivoche, l’ebbrezza della fama e le crisi familiari, le dinamiche del gruppo, fra l’affiatamento dell’insieme e le debolezze dei singoli. Tutto già visto, ma stavolta non c’è dramma nella storia, ne epicità nei personaggi. Se ne deve essere accorto anche Eastwood, che prova ad inserire nella trama il tenue filo dello spirito di appartenenza al quartiere (tema, anche questo, ormai abusato), per dare unitarietà e spessore ad una vicenda troppo debole, una qualunque storia americana che forse non meritava di essere raccontata. Belle le canzoni.
Voto: 6–
Rompicapo a New York
Cosa serve ad una commedia cinematografica per piacere? Un intreccio movimentato, trovate brillanti, un’ambientazione accattivante; “Rompicapo a New York” ha tutto ciò.
Uno scrittore parigino, abbandonato dalla moglie per un ricco newyorkese, per star vicino ai figli si trasferisce nella Grande Mela. Qui si complicherà maledettamente la vita, fra la burocrazia americana, scalcinati avvocati divorzisti, amiche lesbiche, ex fidanzate nostalgiche ed incredibili frequentazioni filosofiche (continuando a fare il padre e lo scrittore).
Dietro una New York che Klapisch mostra fervente di vita, senza dimenticarsi di filmare panorami da brivido.
“Rompicapo a New York” rinnova la tradizione della miglior commedia, aggiornandola con personaggi e situazioni vicini ai nostri tempi e regalandoci due ore assolutamente godibili.
Voto: 7+
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