AG.RF.(Claudio Peretti).28.11.2016
“riverflash” -Cuba ha perso il suo “leader maximo”, lui, l’autore della rivoluzione che ha proiettato Cuba nel comunismo e che ha governato come un dittatore assoluto per oltre 50 anni, ora non c’è più.
Che dire della sua opera, beh lo sanno tutti quello che ha fatto, io qui vorrei fare un’analisi sul come e perché lo ha fatto e dei fatti e delle cause che lo hanno portato al potere.
Tutti sappiamo che prima c’era Fulgenzio Batista, un governante corrotto, una specie di dittatore, contro cui si era formata una grande opposizione, su molti livelli, che ha poi portato alla rivoluzione ed alla sua cacciata. Io non so dire se sarebbe stato meglio che lui restasse, Cuba: nelle mani di Castro è piombata nella miseria e, se non fosse stato per gli aiuti della Russia, i cubani sarebbero morti di fame a decine di migliaia. Ma c’è stata la rivoluzione, seguita dal comunismo, Castro è stato, insieme a Che Guevara, un simbolo ed un esempio per i nostri militanti sessantottini: a quei tempi la maggior parte dei nostri giovani lo osannavano e speravano di accendere la stessa rivoluzione in Italia. Ci sono state le brigate rosse, ovviamente ispirate a Castro ed al Che, ma la rivoluzione da noi non c’è stata. Personalmente non penso che le rivoluzioni, I colpi di stato derivino da una sola persona. Per quanto carisma abbia, per quanto sia bravo, una sola persona non riesce mai a trascinarsi dietro tutto un popolo. Ci sono delle spinte, degli scontenti, delle necessità non soddisfatte, per cui la gente, ad un certo punto inizia a cercare un catalizzatore di queste energie sopite, un capo, un leader. Ed ecco che spunta quello che catalizza queste aspettative, lui il capo, quello che incanala lo scontento in un’unica grande onda che spazza via tutto. Lo abbiamo visto nella rivoluzione francese con Robespierre, in quella russa con Stalin, in quella cinese con Mao, lo abbiamo visto con le ascese di Hitler e di Mussolini: tutti questi grandi capi, senza un movimento di base, senza uno scontento cui dare voce, non ci sarebbero stati. Per cui Castro è stato, anche lui, la creazione di una necessità, lui è stato la scintilla che ha fatto scoppiare l’incendio, ma l’incendio è scoppiato solo perché c’era la paglia, il materiale infiammabile. Ad un certo punto si crea tutto un movimento di un popolo e tutti noi, per semplificare, incarniamo quel movimento in una persona: non è così. Oggi, viste le conseguenze, possiamo dire che forse quella rivoluzione non ha fatto poi così bene a cubani se qualche milione è scappato negli Stati Uniti e se a Cuba ci sono state fame e miseria per anni. Che dire dei vaggi a scopo sessuale fatti da tanti nostri connazionali per approfittare di quella miseria?.. Era poi così necessario fare una rivoluzione per ripiombare nella miseria più nera? Stavano peggio o meno peggio i cubani sotto il regime di Batista? Questo non si sa, nessuno può dirlo, la storia non si fa coi “se”, Fidel ha governato Cuba e, durante la presidenza USA di Kennedy, stava quasi per fare scoppiare la terza guerra mondiale… Come dice Manzoni parlando di Napoleone (anche lui un dittatore venuto fuori dalla rivoluzione francese) “AI POSTERI L’ARDUA SENTENZA” … ma qui I posteri siamo ormai noi, ed io non so che dire…
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