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FESTIVAL DEL FILM DI ROMA: LA STAMPA APPLAUDE PER 7 MINUTI «È DIFFICILE ESSERE UN DIO»

AG.RF  13.11.2013

(riverflash) – Per l’ultima opera del cineasta russo Aleksej Jurevič German 7 minuti di applausi e tante emozioni nella proiezione riservata alla stampa. Questa mattina «È difficile essere un Dio» è stata accolta con grande calore. Opera postuma del cineasta russo tratta dal romanzo dei fratelli Arkadij e Boris Natanovič Strugackij, è un film indimenticabile, intenso e di largo respiro (128 minuti).

Questa la trama. In un lontano futuro gli abitanti della Terra vivono in pace ed armonia fra di loro: niente più guerre, niente più violenza. Un giorno viene scoperto un lontano pianeta abitato anch’esso da esseri umani, ma ad uno stadio primitivo di civiltà, quello cioè corrispondente al Medioevo terrestre. Gli storici della Terra si chiedono: quale miglior occasione di studiare le nostre origini? Quale miglior occasione di seguire il lento processo storico dalla barbarie alla civiltà? Un gruppo di osservatori viene quindi inviato di nascosto sul pianeta: si dovranno confondere fra la popolazione e studiare usi e costumi. Per un popolo che ha ormai dimenticato la violenza, venire a contatto con la brutalità umana sarà un’esperienza devastante. Quando uno di questi osservatori, Mita (interpretato dal celebre regista tedesco Werner Herzog), viene fatto prigioniero ed accusato di tradimento, lo studioso Anton (Edward Zentara) indossa i panni del nobile don Rumata ed entra nella città di Arkanar per liberare l’amico, nonché studiare il grado di avanzamento culturale della popolazione. È vero, ci sono passi in avanti, addirittura uno degli abitanti ha inventato la macchina da stampa e un altro il telescopio… ma tutto è vano di fronte alla cieca violenza e all’orgia del potere. Il viscido Reba (Aleksandr Filipenko) sta macchinando un colpo di stato per avere su di sé sia il potere temporale che spirituale, ed ha tutto l’interesse che la popolazione rimanga ad uno stato di barbarie primitiva.
Anton potrebbe far ricorso alla tecnologia moderna della Terra per risolvere la situazione… ma “risolvere” significa spazzare via gli eserciti di Reba, significa usare la violenza, significa abbassarsi al livello dei barbari locali. Anton è come un dio per la popolazione di Arkanar, ma dovrà scegliere quale dio essere: un dio violento e vendicativo, che semina morte e distruzione, o un dio silenzioso, che sta a guardare impassibile il male che dilaga.

Stasera alle ore 19.30, si terrà la presentazione di gala presso la Sala Sinopoli, preceduta dalla consegna del premio alla carriera 2013 ai familiari di German, scomparso nel febbraio di quest’anno. A ritirare il riconoscimento saranno Svetlana Karmalita, vedova del regista, complice di tutti i suoi progetti più personali e sceneggiatrice dei due ultimi film del maestro, insieme al figlio Aleksej A. German, capofila del rinnovamento del cinema russo contemporaneo.

 

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