AG.RF 01.11.2018
(riverflash) – Il tartufo bianco è l’imperatore del bosco italiano. Un fungo sotterraneo con un sapore caratteristico e trascinante. I migliori tartufi si trovano con la cerca effettuata dai cani, che sentono quando è maturo e scavano con le zampe. Valgono poco, invece, i tartufi trovati scavando con le ruspe perché spesso non sono maturi. Meno pregiati i cugini del bianco, cioè i tartufi neri, scorzoni e uncinati. Del resto costano molto meno.
Si narra che i sumeri lo apprezzassero, così come gli antichi greci. Alla corte di Francia, la più raffinata delle corti, il tartufo bianco era presente sul tavolo. In Italia il primo bianco famoso è stato quello piemontese di Alba, quindi quello marchigiano di Acqualagna, poi quello laziale di Vicovaro e quello umbro di Città di Castello, che oggi conclude la sua sagra. Dal 29 ottobre, invece, è aperta la Tartufesta di Lizzano in Belvedere, cittadina dell’appennino bolognese. Fino al 6 novembre in questo borgo emiliano ci sarà la prima tappa della tradizionale manifestazione che anima i comuni dell’Appennino bolognese con i suoi mercatini, i menù prelibati e tantissime iniziative collaterali, tutte dedicate a sua maestà il tartufo bianco pregiato dei Colli bolognesi. Un vero e proprio tour del gusto che coinvolge i caratteristici borghi di Monzuno, Lizzano in Belvedere, Castiglione dei Pepoli, San Benedetto Val di Sambro, Pianoro, Sasso Marconi, Savigno, Monghidoro e Loiano.
Tantissime le specialità e i prodotti tipici a base di tartufo con i Tartumenù in tutti i ristoranti e gli agriturismi che aderiscono al decalogo di qualità della manifestazione. Mentre i più ghiottoni potranno trovare di che gioire ai Tartumercati, con prodotti tipici del bosco e artigianali, le Tartuvisite nel bosco e nei borghi. Quanto agli appassionati di fotografia potranno rilassarsi dopo una grande scorpacciata con i Tartuscatti del concorso fotografico a premi.
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