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ENRICO LETTA E IL NODO DEI MINISTRI

(riverflash) – Il governo Letta subito al lavoro dopo l’incarico ricevuto da Giorgio Napolitano, non c’è tempo e occorre fare in fretta, ma non sono pochi i problemi che si presentano al nuovo Presidente del Consiglio, il quale si troverà già da oggi di fronte alla difficile scelta di mettere in piedi una squadra di governo solida ed efficace. Ed è scattato così il totoministri: dovrebbero essere 18 in tutto, 12 con portafoglio e 6 senza, almeno questa sembra l’idea del premier incaricato e l’esecutivo dovrebbe essere presentato già all’inizio della prossima settimana. Nel frattempo il Pdl ha dettato le sue condizioni: vogliono un impegno pieno del partito democratico, altrimenti non firmeranno la fiducia e “puntano” ad un governo di larghe intese con ministri politici (compresi quelli del Pdl)  e non tecnici (quelli del governo Monti). Ma chi rimarrà allora dei ministri del vecchio governo e quali saranno i nuovi? Al momento non sembra probabile la candidatura di Maria Stella Gelmini all’isrtuzione e Renato Brunetta alla funzione pubblica mentre dalla parte del Pdl, stanno salendo le quotazioni di Raffaele Fitto (attualmente condannato in primo grado per corruzione), mentre Silvio Berlusconi auspicherebbe Gianni Letta come sottosegretario alla presidenza del Consiglio e Alfano e Schifani come altri possibili nomi. Intanto dal Partito Democratico si sta parlando di Massimo D’Alema come ministro degli Esteri, ma anche di Valter Veltroni e di Luciano Violante alla Giustizia. L’eredità del governo Monti dovrebbe rimanere “in vita” con il nome di Anna Maria Cancellieri all’Interno. Per quanto riguarda l’economia, non sembra probabile al momento un incarico a Mario Monti (in pole position ci sarebbe Pier Carlo Padoan, capo economista dell’Ocse) che da molti viene indicato come possibile concorrente con D’Alema agli Esteri. In fine tra i “saggi”, Onida, Giovannini e Pitruzzella, potrebbero ottenere un ministero. Un compito difficile quindi quello affidato ad Enrico Letta soprattutto per il fattore tempo, ne è stato perso troppo finora e conciliare i malumori, le pretese e le speranze dei partiti di potersi “accaparrare” qualche ministero, non sarà certofacile..

AG.RF. (MP) 25.04.2013

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