AG.RF.(riverflash).10.02.2018
“riverflash” – Il caso ha dell’incredibile: Giuseppe Galea, è morto lo scorso febbraio presso l’Ospedale di Locri, ma sembra si tratti dell’ennesimo caso di morte sospetta. L’uomo, che non aveva mai avuto problemi di salute, improvvisamente, il giorno di Santo Stefano, inizia ad avere dolori al torace, accompagnati da tosse e difficoltà respiratorie. Così viene portato al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Locri, dove gli viene diagnosticata una broncopolmonite e, dopo essergli state prescritte le cure, viene dimesso”. Ma la notte tra il 23 e il 24 gennaio, Giuseppe Galea ha una ricaduta: viene di nuovo accompagnato in ospedale e gli vengono somministrate delle flebo. Il mattino successivo viene sottoposto a una radiografia al torace, in cui viene evidenziata una polmonite e quindi viene ricoverato. Il 27 gennaio Giuseppe viene spostato in una stanza singola, dopo aver eseguito una tac, con la motivazione che “avrebbe dovuto rimanere isolato poichè affetto da tubercolosi”. Qualche giorno dopo, visionando nuovamente la Tac, un medico del reparto, riferisce ai familiari che l’uomo potrebbe essere affetto da alveolite polmonare e per essere certi della diagnosi, gli vengono prelevati numerosi campioni di sangue per inviarli in un centro a Lamezia Terme, il quale esclude che Giuseppe fosse affetto da tubercolosi. Non viene, tuttavia, indicata una diagnosi esatta, quindi vengono richieste ulteriori indagini. Nel frattempo, a Giuseppe continua ad essere somministrato un mix di farmaci potentissimi, circa 14 flebo al giorno. Improvvisamente però, il 4 febbraio muore e i familiari vengono a sapere che dalla tac, risultava che l’uomo aveva un solo polmone. A seguito della denuncia dei familiari, immediatamente è intervenuta la Procura di Locri che ha già messo in moto la macchina delle indagini, ponendo sotto sequestro la cartella clinica dell’uomo. Presto verrà eseguita l’autopsia per chiarire meglio la morte Giuseppe Galea.
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