AG.RF.(MP).14.06.2016
“riverflash” – L’infezione da virus Zika (tramessa attraverso le punture di zanzara), dichiarata a febbraio 2016 dall’OMS, rappresenta un’emergenza sanitaria pubblica. L’continua a diffondersi trasmessa attraverso le punture di zanzara. L’Europa viene considerata a rischio lieve-moderato, tuttavia occorre essere prudenti e preparati, quando si viaggia. Ecco dunque le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. “Ammesso che la probabilità di infezione da virus Zika sia associata a un’elevatissima percentuale di casi con malformazioni a carico del feto come la microcefalia – spiega il Prof. Massimo Galli, vicepresidente SIMIT – poiché i riscontri dicono che le malformazioni sono particolarmente frequenti in Brasile, ma potrebbero riguardare anche altri co-fattori riguardanti la popolazione o l’ambiente brasiliano. I Paesi coinvolti da queste epidemie sono dunque quelli dell’America centro-meridionale nella fascia tropicale. Prima ancora c’erano stati casi nella Polinesia francese e in varie isole e in vari arcipelaghi del Pacifico, quindi sempre nella fascia tropicale del globo, e prima ancora erano state segnalate epidemie in Africa, dove ha avuto origine il virus. Attualmente sia la Polinesia sia l’area dell’America centro-meridionale sono le più interessate con un numero di casi particolarmente elevato, soprattutto il Brasile e i Paesi confinanti nella fascia equatoriale.”Si è parlato anche di Zika ad ICAR, Italian Conference on AIDS and Antiviral Research, a Milano presso l’Università Milano-Bicocca, nella lettura magistrale di Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto di Malattie Infettive L. Spallanzani di Roma e rappresentante italiano della Task Force internazionale creata per combattere l’infezione. “Zika è solo l’ultimo dei virus – spiega il Prof. Ippolito – che dal continente africano sono passati dapprima in Sudamerica e quindi nel nostro continente: ma diversamente dagli altri, la sua rapida diffusione ed alcune caratteristiche inusuali ci hanno costretti a confrontarci e a gestire informazioni del tutto nuove. Questa epidemia è sostenuta, infatti, da una “congiuntura” mai capitata prima di diversi fattori: l’infezione viene trasmessa non solo da un vettore assai diffuso (oltre alla comune zanzara Aedes egypti anche da molte altre specie di zanzare) ma utilizza sia la trasmissione verticale che sessuale che la contaminazione attraverso prodotti ematici infetti (trasfusioni). Alcuni giorni fà, il nuovo report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha calcolato il rischio nella regione europea, che riguarda 900 milioni di persone: il livello del rischio varia da Paese a Paese ed è più alto in quelli dove sono già presenti le zanzare Aedes aegypti, principali vettori dell’infezione. Secondo l’OMS, per la presenza della zanzara Aedes albopictus, o zanzara tigre, il rischio di diffusione locale dell’epidemia, è moderato in 18 Paesi: tra questi c’è il nostro, con un punteggio di 8.12 su 10, dopo Francia e prima di Malta. Solo nell’isola di Madeira e sulla costa nord-orientale del Mar Nero, dove la zanzara Aedes aegypti è già presente, il rischio è considerato alto. Nei restanti 36 Paesi il rischio di epidemia è basso, bassissimo o nullo, grazie all’assenza di zanzare del genere Aedes e alle condizioni climatiche. Il rischio di un epidemia in Europa, basato sulla probabilità che Zika si diffonda in una determinata area e sulla capacità del singolo Paese di prevenire o fermare rapidamente la trasmissione locale del virus, è stato definito basso-moderato: si parla, infatti, di “possibilità”. Così, se le Raccomandazioni per i paesi a maggior rischio prevedono attività di prevenzione dell’introduzione e diffusione delle zanzare, interventi sanitari strutturati entro le prime 24 ore dalla diagnosi, supporto alle categorie a maggior rischio (come le donne incinte), in tutti gli altri paesi, come l’Italia, è sufficiente adottare strategie di controllo e contrasto del vettore sulla base della trasmissione locale del virus, diagnosticare precocemente i casi importati e fornire informazioni adeguate ai viaggiatori diretti a (o provenienti da) zone dove l’epidemia è in atto, inclusa la possibilità di trasmissione sessuale. Nella seconda metà di giugno, è prevista una prossima riunione europea degli esperti WHO per aggiornare gli interventi in relazione alla diffusione del virus. E’ particolarmente sconsigliato dunque, alle donne incinte, di recarsi nelle zone dove il virus Zika è attivo: un elenco aggiornato delle zone colpite è pubblicato sul sito dell’European Center for Disease Control (ECDC) http://ecdc.europa.eu/en/Pages/home.aspx. Secondo l’OMS, i viaggiatori che visitano questi Paesi dovrebbero utilizzare misure di prevenzione individuale contro le punture di zanzara al chiuso e all’aperto, soprattutto dall’alba al tramonto. E’ bene utilizzare repellenti per zanzare, secondo le istruzioni indicate sull’etichetta del prodotto; repellenti a base DEET non sono raccomandati nei bambini sotto i tre mesi di età, mentre possono essere utilizzati senza controindicazioni specifiche da donne in gravidanza. Si possono indossare camicie a maniche lunghe e pantaloni lunghi, soprattutto durante le ore in cui il tipo di zanzara che trasporta il virus Zika (Aedes) è più attivo. Si consiglia di dormire o riposarsi in camere con zanzariere alle finestre o climatizzate e di utilizzare zanzariere da letto, anche durante il giorno. I viaggiatori che presentano disturbi del sistema immunitario oppure malattie croniche gravi, le donne in stato di gravidanza o accompagnate da bambini piccoli, devono consultare il proprio medico prima della partenza, per ottenere raccomandazioni sull’uso di repellenti e delle altre misure di prevenzione. Si consiglia di avere rapporti sessuali sicuri (ad es. utilizzando correttamente i preservativi) o praticare l’astinenza sessuale durante la permanenza in zone infette e fino a 6 mesi dopo il ritorno a casa, in particolare se hanno avuto, o hanno attualmente, sintomi di infezione da virus Zika. I sintomi che fanno sospettare la malattia da virus Zika sono: febbricola e rash cutaneo, ma anche congiuntiviti, dolori muscolari e articolari, mal di testa e astenia. Il virus generalmente determina una forma lieve di malattia; i sintomi compaiono un paio di giorni dopo la puntura e di solito scompaiono in 2-7 giorni. L’80% dei soggetti infettati è asintomatico. Chi presenta questi sintomi entro 3 settimane dal ritorno da aree in cui è stata riportata trasmissione locale del virus, sono invitati a contattare il proprio medico, avendo cura di riferire del loro recente viaggio. Le donne in gravidanza, che hanno viaggiato in aree a rischio, devono informare del loro viaggio durante le visite prenatali, al fine di essere valutate e monitorate in modo appropriato.
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