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EGITTO: LA SENTENZA DI CONDANNA A MORTE PER 21 PERSONE SCATENA L’INSURREZIONE CON 30 MORTI E 300 FERITI

 

(riverflash) – Ieri il secondo anniversario della caduta di Hosni Mubarak, con un bilancio di 10 morti, oggi la violenza è scoppiata con maggiore forza invece di spegnersi.  Port Said è la città dove avvennero gli incidenti allo stadio lo scorso febbraio quando 73 supporter di una delle più amate squadre del Cairo, i biancorossi di Al Ahly, sono stati attaccati dai tifosi della squadra locale del Masri. Tra le vittime degli scontri di oggi anche due calciatori: Tamer el Fahla, ex portiere del Masri, la squadra locale di Port Said coinvolta nel massacro contro i supporter di Al Ahly, e Mohamed el Dezwi, del Marikh.

Da allora è sospeso in Egitto il campionato di calcio.

Proprio a Port Said oggi è stata pronunciata la sentenza nella quale la corte ha chiesto la condanna a morte per 21 dei 73 imputati. Per legge, le condanne a morte dovranno essere confermate dal Gran Mufti d’Egitto, mentre la sentenza per tutti gli altri imputati, inclusi nove poliziotti e tre manager della squadra avversaria, sarà pronunciata il 9 marzo. Attivisti ed osservatori sostengono che l’attacco contro i tifosi di Al Ahly è stato premeditato perché i suoi supporters sono stati molto attivi durante la rivoluzione che ha portato alla deposizione di Mubarak.

Oggi, chi sperava nell’avvento di una democrazia egiziana è rimasto deluso da Mohamed Morsi, il nuovo Presidente scaturito dai Fratelli Musulmani.

Alla diffusione della sentenza la popolazione ha scatenato un’autentica sommossa con violenze, che hanno provocato finora una trentina di vittime e oltre 300 feriti.

I dimostranti sfilavano per le vie di Port Said urlando «Allah akhbar», i familiari dei condannati hanno assaltato la prigione per liberarli.

AG.RF 26.01.2013

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