29 Mar 2013
ECUADOR OFFRE FORESTA AMAZZONICA AI CINESI
QUITO (RIVER FLASH)- L’Ecuador è pronto a dar in pasto alle compagnie petrolifere cinesi 3 milioni di ettari di foresta amazzonica, evidenziando ancora una volta l’espansione globale del colosso dagli occhi a mandorla e la sua insaziabile sete di fonti energetiche.
Lunedì mattina all’Hilton Hotel di Pechino, nel quarto giro di consultazioni, una rappresentanza politica ecuadoregna ha rilanciato la sua offerta ai magnati dell’oro nero cinese, ignorando ancora una volta le protestedella popolazione indigena locale. Sono infatti i 7 gruppi dislocati nella zona interessata, spalleggiati dall’ONG statunitense Amazon Watch, a voler fermare il processo, sottolineando come la “svendita” della foresta distruggerebbe l’habitat circostante, minacciando così il loro stile di vita.
Dunque, il braccio di ferro tra il governo e la popolazione locale continua. Quito afferma che gli investimenti cinesi contribuirebbero allo sviluppo dell’economia e della comunità locale, ma la verità sta altrove, nei miliardi di dollari prestati dal 2009 a oggi da Pechino in cambio di commesse e petrolio. La Cina ha foraggiato due tra le infrastrutture idroelettriche più importanti del paese, e a breve potrebbe finanziare il progetto da 12,5 miliardi di dollari per la costruzione di una nuova raffineria. Un affare per tutti, insomma, che viola però ogni norma ambientale e civile, comprese quelle stipulate recentemente dai ministeri del commercio e dell’ambiente cinesi. Gli indigeni sperano in un’altra vittoria dopo quella ottenuta la scorsa estate, quando la Corte Interamericana dei Diritti Umani ha proibito le trivellazioni nel Sarayaku, territorio nel sud dell’Ecuador accessibile soltanto per via aerea e fluviale, riconoscendo il suo valore quale patrimonio naturale della biodiversità. La speranza è che vincano anche questa, ancor più importante, partita.
FT AG RF 29.3.2013