AG.RF.(a cura di Claudio Peretti).29.12.2015
“riverflash” – E se fosse tutta una farsa? E se la nostra strana repubblica o democrazia che dir si voglia non fosse affatto quello che vogliono farci credere? Vediamo di capirne qualcosa.
PRIMO ELEMENTO. Quando andiamo a votare, di solito, mettiamo la nostra preferenza su un simbolo, poi, in funzione della così detta “Legge Elettorale”, quelli che stanno dietro al simbolo, i capi, stabiliscono che mettere e chi non mettere in parlamento. Di solito la scelta viene fatta su basi clientelistiche, di opportunismo e, soprattutto, si mettono i così detti “yes men”, ossia quelli che dicono sempre di si al capo, in questo caso dicono di si a chi li piazza in parlamento con stipendi da 20.000 € al mese. Poi, quando vengono i momenti delle decisioni importanti, quelle per cui si dovrebbe manifestare la propria idea politica di destra o di sinistra, tutti gli ideali vengono meno per la paura che, se la maggioranza venisse messa in crisi, si possa andare alle elezioni, allora sono sempre tutti d’accordo con il governo in carica. Quindi non c’è nessun pericolo che l’attuale governo cada prima delle prossime elezioni politiche.
SECONDO ELEMENTO. E il capo del governo, chi è? Cominciamo col dire che non è stato eletto. Pareva partito bene, con tanti buoni propositi, poi ci siamo accorti che i propositi sono rimasti tali, ha cambiato un po’ le carte in tavola, ha spostato le tasse, ma nulla è cambiato. Ci sventolano sotto il naso gli ottimi risultati dell’economia italiana ma poi, a ben guardare, perché mai l’economia dovrebbe migliorare? Il sistemo politico, di potere ed industriale italiano è rimasto inalterato, perché mai le cose dovrebbero cambiare? Ma lo vedete il nostro capo del governo? Ormai pare abbastanza chiaro che sta recitando una parte, ma quale parte? Chi ha scritto il copione? Chi è il regista dello spettacolo? Forse non è uno solo, forse la regia ed il copione ci sono dati da un’organizzazione: l’organizzazione bancaria mondiale ed Europea. Ormai è chiaro, ce lo hanno messo lì per fare da testa di legno al potere economico mondiale. E questo appare evidente con tutte le dicotomie che ci propinano sull’Europa: prima ci dicono che non ci possiamo staccare, poi ci lamentiamo che ci fanno le multe per la mancata identificazione e registrazione degli Hot Spot (Punti caldi di accoglienza ). Prima ci dicono che senza l’Europa non possiamo più stare, poi la commissione europea avvia una procedura di infrazione per “aiuti di stato” alle 4 banche fallite e noi ci lamentiamo, ma, pur lamentandoci, non osiamo mai alzare la testa, magari proclamando un referendum popolare per coinvolgere il popolo sovrano in decisioni così importanti come la permanenza nell’euro e nell’unione europea. Per non parlare del rifiuto di cooperare con la Francia contro l’ISIS, per non parlare del nostro appoggio all’embargo USA e dell’Unione Europea alla Russia, che danneggia molto di più noi della Russia.
TEZO ELEMENTO: l’acquisto degli F35 dalla Lockeed Martin: zitti zitti, sotto sotto, i nostri governanti hanno sempre ratificato questo contratto, che fossero di destra o di sinistra, distraendo oltre 16 miliardi di Euro alle povere e sbalestrate finanze dello stato italiano: ovviamente useremo questi supercaccia per combattere il terrorismo e l’ISIS, ma vi pare?
MORALE. Non siamo affatto in democrazia: le moderne strategie del neuromarketing, della persuasione occulta della televisione, dei giornali e di internet ci fanno credere quello che vogliono, ci fanno votare o meglio, mettere la croce sul simbolo che vogliono, così come riescono a convincerci a comperare questo o quel cellulare, questo o quel dentifricio e così via. Quindi, quando assistiamo alle esternazioni televisive dei nostri governanti o dei loro portavoce, d’ora in poi sforziamoci solo di vedere come recitano la parte, se bene o male, come se assistessimo ad una rappresentazione teatrale, non cerchiamo di capire o di essere d’accordo sui concetti che affermano. Sarebbe un ottimo esercizio, ci farebbe capire tante cose e, soprattutto, ci farebbe arrabbiare di meno.
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