10 Apr 2013
DURANTE LA GIORNATA INTERNAZIONALE DI ROM E SINTI UNA DELEGAZIONE HA INCONTRATO LAURA BOLDRINI
(riverflash) – Ogni anno l’8 aprile si celebra la giornata internazionale dei Rom e dei Sinti, in ricordo del primo congresso internazionale organizzato dalle rappresentanze rom, sinte, romanichals, manouche e gitane, tenutosi a Londra l’8 Aprile del 1971, che vide nascere la Romani Union, l’organizzazione internazionale riconosciuta dall’ONU nel 1979. Durante il congresso venne anche deciso che la bandiera, a strisce orizzontali, avesse in alto il colore del cielo, l’azzurro, e in basso il colore della terra, il verde. Al centro una ruota di carro rossa, a simboleggiare il nomadismo.
Una delegazione di giovani Rom ha incontrato a Montecitorio, lunedì 8 aprile, la presidente della Camera Laura Boldrini che li ha accolti così: “Siate orgogliosi della vostra identità e appartenenza. Sempre nel rispetto della cultura degli altri, ma con la consapevolezza che avete un patrimonio da far conoscere e da tutelare”.
La delegazione era composta da giovani rom: ragazzi dai 14 ai 26 anni che rappresentano l’eterogeneità delle comunità rom in Italia, tra le problematiche che vivono e i desideri che nutrono. In Italia sono stati censiti circa 170.000-180.000 rom, un numero molto esiguo se si pensa ad altri Paesi: basti pensare che in Spagna ci sono 800.000 rom e in Romania 2 milioni e mezzo. In Italia circa 1/5 vive in insediamenti, questo significa che la maggioranza dei rom vive all’interno di abitazioni convenzionali.
I problemi riguardano, soprattutto, i Rom che vivono negli insediamenti, nei cosiddetti “campi nomadi”, proprio a causa di una politica fortemente discriminatoria e segregativa che ha consentito, a partire dagli anni ’90, l’inizio della costruzione dei “campi nomadi” e che, di fatto, ha avviato un processo di razzismo istituzionale, che costringe queste persone a vivere a parte, ai margini delle città.
Otto storie diverse, otto famiglie che hanno raggiunto l’Italia da tempo o che sono arrivate dopo la tragedia dell’ex Jugoslavia e il crollo del blocco sovietico. C’è chi ha già in mano la cittadinanza italiana e chi, invece, è senza documenti. Quello che emerge dall’incontro a Montecitorio è una situazione sapientemente nascosta dalla cortina del buonismo e del politicamente corretto della sinistra. Tanto che si parla di integrazione e inserimento, dei campi nomadi e degli sgomberi forzati, ma non vengono affrontati i problemi legati alle emergenze che assediano le grandi città, come Milano, Torino o Roma, dove molto spesso i campi Rom generano disagio sociale e aumento della criminalità.
Sono stati i due ambasciatori dell’arte e della cultura Romanì nel mondo, Alexian Santino Spinelli e Esma Redzepova, gli ospiti principali del grande evento di chiusura al Teatro Nazionale di Podgorica, in Montenegro: “Celebrating Communities. Words and Sounds for Integration”.
AG.RF 09.04.2013