di Giulio Ranzanici (AG.RF 17.04.2014) ore 23:44
(riverflash) – Ora era più di un anno che non andavo al cinema e tre che non guardo la televisione. Mi lascio tentare da Noah, la storia holliwoodiana della storia fantasiosa di Noè. Se non ho rimorsi per aver rotto il mio digiuno lo devo al fatto di aver visto il film in lingua originale, sottottitolato in thai, e preceduto dall’abituale documentario (dedicato a sua maestà il re di Thailandia) durante la proiezione del quale tutti si alzano silenziosamente in piedi in segno di rispetto. Noah è una cagata, ma forse per me tutto il cinema lo è. Non mi piace che quando qualcuno grida io sia obbligato a sentirlo gridare anche nelle orecchie. Preferisco immaginarlo, viverlo all’interno, come quando leggo. Lo spettatore è passivo, il lettore è co-creatore. Io adoro pensare, per me pensare è l’evasione, e tutto ciò che mi impedisce di pensare, che forse a altri regala la tanto ambita distrazione, per me è disturbo. Durante la proiezione, due o tre volte ho avuto la tentazione di andarmene. Un paio di volte di tirar fuori il kindle e leggere tre versi di un’opera di mistica taoista o due pagine di Proust, isolandomi con certi brani downtempo che ho sull’iPod. Sarò uno snob, ma mi riconosco il pregio di non esserlo per snobismo, bensì per talento naturale. Sono nato così, in vita mia non ho mai sudato. Alle medie facevo ginnastica in tuta blu, camicia di terital e cravatta ben annodata al collo, e giuro che a me sembravano anormali quelli che in palestra riuscivano a correre senza. In Noah mancava solo l’intervento dell’Uomo Ragno. Ci sono mostri di pietra semoventi e claudicanti come Trasformer bistrattati. C’è un’arca che è a mezza strada tra una fila di cassette della frutta e una portaerei di legno. C’è un Russel Crowe che nel corso del film va sovrapponendosi a Beppe Grillo, sia nella fisiognomica sia nei modi tra l’assassino e il burinotto arrivato dove non si sa. Non c’è un solo animale vero – tutto computer e effetti speciali – a parte una scena alla Bamby, del tutto fuori luogo, in cui si vedono tenere coppie di bestiole, mamma e cuccioletto appresso, accoccolati in pose melense, che a me che sono contro la caccia mettevan voglia di sterminarle con il napalm. Il lato positivo della storia di me che vado a vedere la storia holliwoodiana della storia fantasiosa di Noè è che tornato a casa ho avuto modo di pensare e scrivere due righe. Queste.
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