AG.RF.(MP).21.11.2016
“riverflash” – Li vedi dappertutto: in strada, in autobus, negli uffici pubblico e persino in macchina. Di chi stiamo parlando? Dei “drogati” di tecnologia, coloro che rimangono connessi giorno e notte e non possono fare a meno degli strumenti tecnologici. “Stanno cambiando il loro modo di parlare e pensare”, hanno spiegato gli esperti psichiatri e il rischio della “dipendenza” è veramente alto, soprattutto per gli adolescenti. E’ possibile tenere sotto controllo il processo tecnologico? E’ questa la prima domanda che viene rivolta agli esperti, i quali rispondono che “le nuove tecnologie hanno creato un evento mai verificatosi prima: per la prima volta è l’uomo a doversi adattare alla tecnologia e non viceversa. La tecnologia, soprattutto quella mobile, si inserisce nell’ambito della vita quotidiana e diventa un’abitudine irrinunciabile. Una volta erano i genitori a insegnare ai figli, oggi invece sono gli adulti a rivolgersi ai più giovani per imparare a utilizzare lo smartphone o il computer. Attualmente dunque, esiste una vera e propria “dipendenza” da tecnologia, sia che si tratti di cellulare, sia per quanto riguarda il computer o social network: e tutto avviene in chat e cambiano così le relazioni: ci si consce in chat, si fa amicizia e ci si fidanza anche, attraverso gli strumenti tecnologici. Ma quando occorre preoccuparsi e parlare di dipendenza? Quando l’utilizzo dello smartphone, o del pc, influenza le dinamiche relazionali. In questo caso i più a rischio sono sempre gli adolescenti, che ancora non hanno una propria identità e sono portati a formarne una virtuale, parallela a quella reale. Ma occorre fare attenzione perché, spesso queste tecnologie, se non vengono usate correttamente, possono addirittura ampliare il senso di solitudine e occorre preoccuparsi quando un individuo trova “normale”, ritrovarsi davanti al pc o allo smartphone, 10 ore al giorno e soprattutto quando questi “mezzi”, iniziano a rappresentare un’appendice del corpo. Oltretutto la tecnologia, toglie sicurezza e al di fuori di essa, non si riesce più a comportarsi o relazionarsi con il prossimo. E’ infinita la quantità di messaggi che giovani e adulti, si scambiano durante la giornata, come anche è notevole il numero di coloro che utilizzano questi strumenti, per giocare tutto il giorno, a prescindere dal luogo o dalle circostanze: comunicare con gli altri, può far credere apparentemente, di avere un’intensa vita sociale: in realtà solitudine e insicurezza sono in agguato, perché manca il confronto con il reale. Un recente studio, condotto su 300 individui tra i 20 e i 70 anni, rivela che il 70% di essi ha cambiato il proprio comportamento, solo quando gli è stato tolto il cellulare e le donne sono più a rischio. Come si può combattere questa situazione? Per quanto riguarda i giovani, che rappresentano la categoria più a rischio, tutto parte dalla famiglia, che deve ritrovare il suo ruolo, imparare a condividere la vita con i propri figli, ritrovando insieme le emozioni e la gioia di stare insieme e non lasciare che il figlio, al ristorante, in casa di amici o in qualunque altro luogo, utilizzi il cellulare per giocare, così non si annoia e non disturba….
Categoria: Attualità | Tag: "riverflash RF", appendica del corpo, dinamiche relazionali, dipendenza, figli, genitori, giovani, pc, smartphone, tencnologia, vita sociale
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