AG.RF.(MP).08.07.2014
“riverflash” – Il Pd aveva posto 10 domande sulle riforme al Movimento 5Stelle ed aveva chiesto che arrivassero le risposte, ma ciò non è accaduto o perlomeno, il movimento non aveva risposto su tutto e da lì è nata la polemica con scambio di battute non proprio “cordiali”. Grillo da degli “sbruffoni” al Pd, ma poi ci ripensa e “va incontro” a Renzi. Il “nodo” maggiore della polemica tra i due schieramenti, sta sul fatto che il senato, secondo i grillini, deve essere “assolutamente” elettivo e non “nominativo”. E così troppo impegnati a far guerra l’uno contro l’altro, il tempo passa e le riforme rimangono indietro. In serata quindi, subito dopo la pubblicazione on line delle risposte da parte del Movimento 5Stelle, mentre cresce la fronda nel Pd che rende sempre più probabile un rinvio alla prossima settimana dell’approdo delle riforme costituzionali in aula al Senato, è arrivato il monito del presidente Napolitano, il quale ha “invitato” le parti a procedere velocemente, verso una soluzione costruttiva, evitando ulteriori spostamenti in avanti dei tempi di un confronto che “non può scivolare, come troppe volte è già accaduto, nell’inconcludenza su materie di riforma più che mai mature e vitali per lo sviluppo del nostro sistema istituzionale”. Ora quindi c’è maggiore disponibilità da parte del movimento di Grillo sulle riforme proposte dal governo: tra le proposte presentate dai 5Stelle, c’è innanzitutto un primo turno proporzionale privo di soglie di sbarramento e, nel caso in cui nessuno raggiunga la maggioranza al primo turno, è previsto un secondo turno tra i due partiti più votati, al cui vincitore viene assegnato però un premio limitato, per totalizzare complessivamente “solo” il 52% dei seggi. Su questo punto si sono dimostrati irremovibili, mentre c’è disponibilità sulla nuova legge elettorale. Inoltre c’è anche “un’apertura” per un eventuale “scorporo” del Cnel, più che per una sua abolizione immediata. Più vago invece il M5S sulla riforma dei collegi elettorali (“dipende dall’impianto complessivo” della nuova legge), sul superamento del bicameralismo perfetto (anche se di definiscono “non pregiudizialmente contrari”) e ci sono molte riserve anche sulla riforma del titolo V (“l’impianto proposto nell’attuale riforma non è funzionale alla risoluzione dei problemi provocati dalla riforma del 2001”). Dunque le risposte sono finalmente arrivate, così come le aveva sollecitate il governo, al termine di una giornata convulsa e ricca di colpi di scena: prima l’incontro saltato tra Renzi e Grillo con battute al veleno “un confronto trasparente e democratico in Italia è impossibile; Renzi, ebetino, condizionato dai vertici di Forza Italia e ancora: stiamo scivolando verso una dittatura a norma di legge…..”, poi finalmente, “la resa” o “l’accordo”….. Ma non è finita qui perché per questa sera è prevista una riunione del gruppo parlamentare del Pd al Senato, con la resa dei conti fra il governo e i “dissidenti” sulle riforme: non sarà presente e nemmeno uno dei leader dei dissidenti, Vannino Chiti. Ma oltre al Pd, da Forza Italia al Nuovo centrodestra passando per M5S, i malumori interni ai partiti non accennano a smorzarsi: Berlusconi ha assicurato al premier lealtà rispetto al patto del Nazareno, ma una corrente di 39 senatori azzurri (su 59) si è già espressa per chiedere il Senato elettivo: una questione che continua ad agitare anche i “ribelli” democratici guidati da Chiti e che può contare su 20 senatori dem. Egli ha dichiarato ieri che “così non va” e senza alcune sostanziali correzioni al testo sul superamento del bicameralismo paritario in discussione al Senato, il ddl Boschi lui non lo voterà…… e la telenovela va avanti….
Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..