Di Ylenia Costa (AG.RF 03.03.2016 ore 21.15)
(Riverflash) – Siamo d’accordo, sembra proprio che quest’anno il maltempo abbia deciso d’imperversare fra gennaio e marzo, dopo un inverno
relativamente caldo e mite. È noto che gli acquazzoni torrenziali e le grandinate come quella di stamani degradano il fondo stradale asfaltato, seppure steso in modo abbastanza approssimativo, quanto meno rispetto a certi standard europei, e quasi mai mantenuto in condizioni ottimali. A Bracciano, tuttavia, la situazione del dissesto stradale è giunta a livelli di degrado parossistico, tali che segnalare al sito preposto del Comune il singolo caso appare davvero inutile.
Sono mesi, forse anni che non si asfalta più l’intera carreggiata delle vie e delle arterie comunali e, se la memoria non m’inganna, l’ultima grande operazione di sistemazione viaria nel comprensorio braccianese fu compiuta, guarda caso, in fase di campagna elettorale nel 2012. Sono trascorsi troppi anni da allora e le miserelle toppe d’asfalto, ficcate giù con la pala nei buchi che regolarmente affliggono il manto stradale e poi compattate con uno schiacciasassi, non possono essere considerate una regolare attività di manutenzione, tanto più che la durata nel tempo è decisamente esigua.
S’intende che la situazione, ormai tanto critica da far pensare ad un territorio asiatico o africano esposto alla violenta Stagione delle Piogge o magari ai terribili Monsoni, non può più essere ignorata dalle amministrazioni pubbliche, ovvero dal Comune, dalla Regione Lazio e dai relativi organi competenti. La rete viaria è ridotta ad un campo minato di buche, mini-voragini e smottamenti di ogni tipo. È sin troppo frequente, in questi giorni, vedere gli automobilisti fare pericolosi slalom fra profonde buche piazzate strategicamente sulla carreggiata, e mettere le ruote dentro fosse piene d’acqua, quindi relativamente poco visibili, che poi si rivelano ben più che lievi avvallamenti nel manto stradale.
Ho personalmente misurato la dimensione di certi “crepacci”. In via dei Lecci, sulla complanare e poco oltre l’ufficio postale, vi sono due buche micidiali, poste in perfetta diagonale sulla carreggiata, di cui la più grande misura un metro e venti centimetri di lunghezza; l’altra ha la più modesta estensione di un metro e cinque per ottanta centimetri (foto 2).
E ben pochi residenti ignorano che in via Paolo Borsellino, giusto nei pressi dell’ex Tribunale, si trova una sequela di buche allucinanti che costringe gli automobilisti a rallentare sino a fermarsi o addirittura a invadere la corsia opposta nel tentativo di evitarle. Le dimensioni della voragine più grande sono di un metro e quaranta per un metro e cinque centimetri mentre la sua profondità media è di ben nove centimetri (foto 3). Qualora non ci si avvedesse del pericolo, entrando sulla buca a più di venti o trenta chilometri orari, sarebbe pressoché impossibile evitare danni alle gomme.
La situazione non è migliore nel centro storico o sulla Braccianese Claudia: tra il chilometro ventidue e il ventiquattro, il tratto di strada verso Manziana, che normalmente viene aperto in caso di lavori alle tubature sottostanti, si sta fatalmente disgregando, con l’apertura di buche e la dispersione di brecce anche consistenti. Con ciliegina finale davanti all’ingresso dell’Ospedale Padre Pio, dove una buca apparentemente piccola, non oltre il mezzo metro di larghezza, è invece tanto profonda da creare gravi disagi agli automobilisti, soprattutto perché la velocità consentita su questa arteria è di cinquanta chilometri orari, una concomitanza di fattori che può creare seri danni alle vetture in transito.
I continui colpi ricevuti dalle ruote sfasano sicuramente equilibratura e convergenza, senza contare che, specialmente per i possessori di pneumatici a spalla bassa, non è davvero simpatico spaccare l’anello interno di una gomma, che di conseguenza diventa irrecuperabile; per di più, una foratura del genere su una delle ruote di trazione comporterebbe, volendo fare le cose col giusto costrutto, di dover acquistare almeno una coppia di pneumatici per sostituire quello danneggiato e il suo gemello, con tutto l’aggravio economico del caso. Nella meno grave delle ipotesi, si tratterebbe di scambiare pneumatici anteriori e posteriori ma si tratta comunque di un disagio notevole, sia in termini economici che di tempo.
Con le nostre strade ridotte in condizioni tanto pessime, non è possibile sperare di poter evitare a oltranza conseguenze sgradevoli. Mentre scrivo, ruote su ruote continuano a frammentare un manto stradale già compromesso ovunque, aprendo nuove crepe, frammentazioni e spaccature, soprattutto intorno alle vecchie toppe, che tengono la presa a dispetto dell’asfalto circostante, che invece si spacca. A tal proposito, due giorni fa ho assistito in diretta alla disavventura di un povero automobilista il quale, passando su un tratto urbano di strada in disfacimento, alzava una lastra d’asfalto che andava a sbattere contro la scocca della sua automobile, oltretutto spaventandolo e costringendolo a scendere per verificare di non aver rotto nulla.
Poiché non è più possibile ignorare il problema, si auspica un sollecito e fattivo programma di interventi per il riassetto del manto stradale, per l’intera rete di viabilità locale e circondariale di Bracciano. Un programma che, condizioni meteo permettendo, si spera urgente e sinergico, considerando che strade in tali condizioni non sono decorose per un Paese che si considera civile, così come rappresentano un demerito politico per coloro i quali amministrano la cosa pubblica.
E benché capisca che la situazione economica dei nostri Comuni è spesso precaria – si pensi ad esempio al mancato pagamento dei salari accessori per i dipendenti comunali di Bracciano – o comunque vincolata da norme di cui non si vuole qui contestare la validità, come moltissimi altri cittadini ritengo che un disservizio di tali proporzioni, mettendo a rischio la sicurezza stradale degli automobilisti e dei passeggeri, nonché considerando i danni economici derivanti dagli eventuali incidenti causati dalle buche, sia arrivato ormai ad una soglia di seria intolleranza. Staremo a vedere se ci saranno sviluppi positivi in questa già precaria situazione.
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