AG.RF.(MP).31.03.2015
“riverflash” – Matteo Renzi, l’ha detto forte e chiaro: “L’Italicum non cambia”. Un no secco quindi ad eventuali modifiche che ha portato la minoranza del Pd a non partecipare al voto. Tutto è successo in occasione della riunione di direzione del partito che si è svolta ieri e dunque il testo della legge elettorale, senza modifiche, è stato approvato con 120 sì. Il discorso del Presidente del Consiglio, è iniziato con la speranza di non dover “discutere più sulla legge elettorale: chiedo un voto positivo, poiché vedo nella legge elettorale lo strumento decisivo per la qualità e l’azione dei governi che verranno ma anche per la dignità e la qualità di questo governo”, ha dichiarato. Inoltre egli ci ha tenuto a ribadire il concetto di democrazia nell’azione di governo. “Non c’è dittatura nel modello che portiamo avanti, c’è democrazia e il significato dovrebbe essere legato al fatto che occorre che ci sia un modello di organizzazione in cui si consente in libertà a qualcuno di decidere non con i blocchi e i veti, certo con i pesi e contrappesi”, ha aggiunto. Questa legge elettorale affida a qualcuno il compito e il potere di rimuovere ogni alibi. Questo è accaduto con l’elezione diretta del sindaco, che è poi l’elemento chiave della legge elettorale, il cui punto centrale è il ballottaggio”. Renzi ha parlato anche della prescrizione e dei tempi dell’allungamento, che erano stati contestati da più parti: “E’ giusto allungare la prescrizione per la corruzione” e ancora, parlando di Grillo: “ Non è più uno spauracchio, è diventato sciacallo e ritengo che abbia perso centralità”. Anche Salvini e Landini non si sono “salvati” dal suo giudizio: egli li ha definiti infatti “ Fenomeni d Tv, soprammobili da Talk Show, perché la se la politica non ha attinenza con la realtà, smette di diventare vita quotidiana e produce personaggi di questo genere”. Infine il premier ha concluso il suo discorso affermando: “Credo che entro il 27 aprile” l’Italicum dovrà essere in Aula come calendarizzato, e a maggio dobbiamo mettere la parola fine a questa discussione. Se vogliamo far sì che il 41% sia un investimento sul futuro, è giunto il momento di decidere, continuare a rimandare non serve a nessuno”.
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