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Diego Righini: dal quartiere Flaminio sino all’attuale ascesa con il MIR per cambiare la storia dell’Italia

MIR le ragioni del perchè…. Da molto tempo monopolizzano l’attenzione della opinione pubblica due temi, all’apparenza autonomi, ma che in realtà si intersecano ineludibilmente: la crisi della politica e la crisi economica. La prima, la crisi della politica, è a ben vedere la spia della assenza di un modello ideologico di riferimento, della proposta di una Società in grado di attrarre l’attenzione prima e il consenso poi di quei larghi strati della popolazione che non riescono più a comprendere le ragioni di fondo per le quali debbano esprimere una preferenza a favore di uno od altro dei partiti oggi presenti. Venute meno le certezze di sviluppo garantite per anni, a fasi alterne, dal consociativismo, dall’intervento pubblico nell’economia, dal liberarismo dogmatico, nella epidermica percezione di vivere un momento di grandi sconvolgimenti sociali, molti cittadini avanzano al ceto politico una domanda semplice, quasi elementare, che tuttavia rimane senza risposta: alla fine del percorso intrapreso dall’attuale Governo dei Tecnici, quale Società ci attende, quale futuro per i nostri figli, le nostre Famiglie, la nostra Nazione? In fondo sta tutto qui il rifiuto dell’attuale Classe Dirigente che attraversa trasversalmente l’elettorato; al di là delle esigenze di rinnovamento degli apparati, della richiesta di moralizzazione dei comportamenti pubblici, della inaccettabilità dei privilegi di casta, la sfiducia nei partiti esponenzialmente montante dipende dalla evidente, palmare incapacità di offrire una risposta persuasiva a queste domande. Gli italiani assistono ogni giorno a provvedimenti, attuati od annunciati, atti ad incidere profondamente sulla qualità della loro vita e ad un costante peggioramento della situazione economica, sono chiamati a fare nuovi sacrifici ma non comprendono lo sbocco del percorso intrapreso, quale società li aspetterà nel prossimo futuro. E qui si innesta, anzi si interseca compenetrandosene, la attualità della crisi economica, che è affrontata con singoli provvedimenti, di dubbia efficacia, perché sfugge al Governo e agli stessi Partiti, proprio a tutti, un dato evidente. Non ci troviamo in una ordinaria fase critica di un sistema in grado di riprendersi secondo collaudate linee di sviluppo, bensì nel pieno della crisi strutturale del modello di sviluppo perseguito dal dopoguerra ad oggi, un sistema malamente inteso e fortemente deviante da quello capitalistico teoricamente professato, che non ha posto al centro del proprio operare l’impresa, ha esasperato le diseguaglianze sociali, mortificato il motore principale dello sviluppo, il cittadino/consumatore, distratto gran parte delle risorse dal privato a favore di apparati pubblici parassitari, garantito mille privilegi a molti, salvo a coloro che realmente producono ricchezza. Finendo così per generare un mostruoso debito pubblico ostativo a qualsiasi concreta azione di sviluppo. Se l’analisi riferita è corretta, come il M.I.R. ritiene, per superare l’attuale stallo occorre ben altro che qualche misura tampone; occorre una vera e propria Rivoluzione dei Moderati, l’offerta di una visione ideologica di medio periodo, che rompa la staticità della nostra Società, in grado di assicurare contemporaneamente tre Valori che solo il modello capitalistico è storicamente riuscito a garantire: lo Sviluppo nel benessere economico diffuso, la Libertà e la Democrazia. La Rivoluzione dei Moderati si condensa allora in uno slogan semplice e chiaro: toccarne mille per salvarci tutti!! E mille sono i privilegi personali, istituzionali e le rendite di posizione senza intaccare i quali la nostra Società è destinata ad un rapido declino e all’implosione; finendo per riuscire insopportabile, moralmente e materialmente, vivere in un paese di pochissimi privilegiati e amplissimi strati della popolazione sofferente. La storia è maestra nell’insegnare che l’eccesso di disuguaglianze, di privilegi, di favori auto attribuitisi dalle varie Caste, portano alla dissoluzione dell’ordine sociale, sfociando nell’autoritarismo e nella dittatura. La Ideologia che l’Associazione propone e il Modello Sociale di riferimento sono allora facilmente comprensibili: garantire, ora e in futuro, l’indissolubilità del trimonio: Sviluppo nel benessere diffuso, Libertà e Democrazia. E il come è indicato nell’analitico programma che M.I.R. ha predisposto (consultabile in calce) e che intende sottoporre all’attenzione e al dibattito dell’area dei Moderati italiani, contribuendo alla formazione di una nuova sensibilità e all’affermarsi di una rinnovata Classe Dirigente.

(Raffaele Dicembrino)

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