22 Mar 2020
DI QUALCOSA SI DEVE PUR MORIRE
AG.RF.(Claudio Peretti).22.03.2020
“riverflash” – C’era una volta un adagio che diceva: “ci deve pur sempre essere un motivo per morire, che sfortuna morire senza un motivo ..”
Scusate il mio crudo adagio, ma i fatti stanno proprio così, la nostra così detta civiltà occidentale non vuole mai assolutamente parlare di morte. La morte viene nascosta, accantonata, i funerali si fanno oggi quasi di nascosto, come a non volere ammettere che, prima o poi, si deve morire.
Perché siamo così spaventati dal coronavirus? Ma è semplice: perché ci parla della morte, perché ci fanno vedere alla televisione che la gente comune, gente come noi, italiani, si muore, mentre prima ci facevano vedere che si moriva solo per l’ISIS, per le guerre degli altri e per la fame in Africa, per i terremoti e le inondazioni, a cui tutti siamo abituati, come se non ci fosse differenza fra quei crudi film di guerra e la realtà vista sul teleschermo.
Eppure, se visitate questo sito dell’AGI (Agenzia Italia): https://www.agi.it/salute/infarto_tumori_25_cause_morte_malattie-1744297/news/2017-05-05/ sono citate dall’ISTAT le 25 principali cause di morte in Italia nel 2014: (circa il 75% del totale dei decessi e tranne qualche eccezione, sono le stesse del 2003 e, quasi certamente, anche quelle di oggi):
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Malattie ischemiche del cuore (69.653 decessi, 11,6% del totale),
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Malattie cerebrovascolari (57.230, 9,6%)
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Altre malattie del cuore (49.554, 8,3%). Sebbene queste siano ancora le cause di morte più rilevanti, osserva l’Istat, vi è stata una forte diminuzione della frequenza assoluta dei decessi e soprattutto una riduzione di oltre il 35% dei tassi di mortalità. Queste tre cause, infatti, contribuiscono maggiormente al calo della mortalità complessiva osservata in Italia in questo periodo.
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Tumori di trachea, bronchi e polmoni (quarta posizione, 33.386 decessi, 5,6% del totale),
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Malattie ipertensive (30.690 decessi) che vedono aumentare il proprio peso sul totale dei decessi (da 3,8 a 5,1%).
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Demenza e malattia di Alzheimer che hanno causato 26.600 decessi nel 2014, quasi il doppio rispetto a quelli del 2003 (14.685), passando dalla nona alla sesta posizione;
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Malattie croniche delle basse vie respiratorie che, rispetto al 2003, scendono di due posizioni (20.234 morti nel 2014)
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Diabete mellito con 20.183 morti
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Tumore del colon, retto e ano (nono posto, 18.671 decessi, 3,1%)
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Tumore del seno (decimo posto con 12.330 decessi, 2,1%)
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Tumore del pancreas, che sale di ben quattro posizioni fino all’undicesima (11.186 decessi)
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Malattie del rene e dell’uretere (10.043 decessi pari all’1,7%)
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Tumore del fegato (9.915 morti)
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Tumore dello stomaco (9.557 decessi)
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Influenza e polmonite (9.413 morti, 1,6%),
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Tumori non maligni (8.204 decessi, 1,4%),
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setticemia che nel 2014 causa il triplo dei decessi rispetto al 2003, passando dal trentunesimo al diciassettesimo posto e facendo registrare l’incremento più elevato del tasso standardizzato (7.636 decessi, +131%).
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Tumore della prostata (7.174 decessi)
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Leucemia (6.049 decessi, ovvero l’1% del totale)
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Cirrosi, fibrosi ed epatite cronica (6.035 decessi) che fanno registrare la maggiore riduzione negli 11 anni considerati, passando dalla tredicesima alla ventesima posizione (riduzione del tasso pari a -48,7%).
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Tumore della vescic (5.610 decessi)
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Morbo di Parkinson (5.110 decessi)
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Morbo di Hodgkin e linfomi (5.175 morti),
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Tumore del cervello e del sistema nervoso centrale (4.237 decessi)
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Suicidio (4.147 morti, 0,7% del totale dei decessi).
Quello che più ci dovrebbe preoccupare sono i numeri, facendo la somma arriviamo, solo per le prime 25 cause di morte, ad un totale di 538.022 decessi in un anno (ma ce ne sono altre, ad esempio, nel 2018 ci sono stati 3334 deceduti solo per incidenti stradali).
Di quelle cause di morte nessuno si spaventa, nessuno si preoccupa, visto che sono la normalità.
Ma oggi abbiamo tutti solo paura del coronavirus: possibile che nessuno si chieda come mai?
Forse perché un virus è una robetta submicroscopica che nessuno vede, forse per via della facilità di contagio. Ma se mettiamo insieme, per il 2014 (oggi la situazione non è migliorata) le malattie croniche delle basse vie respiratorie, con 20.234 decessi e influenza e polmonite, con altri 9.413, arriviamo ad un totale di 29.647 decessi: anche queste cause di morte sono invisibili, contagiose e non si vedono né si può evitare il contagio senza opportune accortezze di disinfezione e sanitarie, più o meno quelle che siamo obbligati ad utilizzare oggi. E allora perché oggi siamo tutti così spaventati e circospetti? Forse che prima la gente non moriva per qualche ragione? Forse che la morte ci è capitata addosso come se fosse piovuta dal cielo solo in quest’ultimo mese?
O questo avviene perché tutti i mezzi d’informazione, i giornali, le TV parlano solo del coronavirus? In più ci si sono messi anche i social media, youtube, whatsapp, facebook ecc: tutti suonano solo più il tam-tam del coronavirus. Allora noi siamo sotto un bombardamento mediatico come mai si era visto prima, un bombardamento a soggetto unico, il coronavirus, ed ecco che ci si spaventa, ci si preoccupa, si chiedono consigli, si seguono i talk show ecc. Ma non ci accorgiamo che la scienza sta barcollando nel buio? Se ascoltiamo i pareri dei professori e degli esperti, ci rendiamo conto che sono dissonanti.
Ecco una serie di informazioni utilissime sentite da valenti professori alla TV:
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Usate la mascherina! No, la mascherina non serve a nulla, è come mettere le inferiate per ripararsi dalle zanzare
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Il virus resiste un quarto d’ora fuori dalle cellule portatrici… No, il virus regge 9 giorni sull’asfalto
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Il virus muore a 37 gradi. Ma allora, appena ci viene la febbre, dovrebbe morire, e quindi noi dovremmo guarire con la febbre….
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La vitamina C potenzia le difese dell’organismo. No, la vitamina c non serve a nulla.
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Gli antinfiammatori sono ampiamente utilizzati negli ospedali per curare i contagiati da coronavirus. Gli antinfiammatori sono dannosi ed agevolano la penetrazione del virus nelle cellule.
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Il periodo di incubazione del COVID 19 è di 15 giorni. No, basta una settimana. No, a volte sta in incubazione anche 1 mese.
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La prova del tampone per accertare l’infezione è affidabile. No, un tampone solo non basta, ce ne vogliono almeno due a distanza di almeno un giorno.