7 Mar 2013
DALLA NUOVA RUBRICA DI PSICOLOGIA: PERCHE’ E’ COSI’ DIFFICILE ESSERE FELICI?
(riverflash) – Questa è la lettera che un giovane donna ha scritto al Centro di Psicologia Parioli di Roma, dove lavorano due serie e professionali psicologhe, Francesca Bressan e Cristina Peretti, che hanno il difficile compito di aiutare i pazienti a districarsi tra le varie patologie e disturbi mentali che purtroppo affliggono molte persone. Proprio da oggi, abbiamo iniziato una collaborazione con il Centro per darvi quante più informazioni possibili su i casi prospettati alle due dottoresse, (patologie, paure, ansia) nella speranza di fornirvi un aiuto nello sfortunato caso in cui vi servisse. Per iniziare, abbiamo scelto un caso da pubblicare, (con relativa risposta delle due dottoresse) e molti altri ne pubblicheremo, che sicuramente vi può essere utile come confronto per capire i complicati meccanismi che portano la mente a ragionare in un certo modo.
Ecco il testo integrale della lettera:
“Salve dottoressa sono una donna di 30 anni, sposata, all’ottavo mese di gravidanza e soffro di ipocondria da quando avevo 12 anni .Quando cominciai a stare male il mio medico disse che il mio era ed è un disturbo ossessivo compulsivo su tutte le malattie. Decisi allora di intraprendere una terapia prevalentemente basata su psicofarmaci con uno psichiatra della mia asl. Grazie a lui riuscii a superare paure su alcune malattie, ma non riesco a liberarmene definitivamente. Talmente mi convincevo di stare male che sentivo pure i sintomi di quella malattia e mi controllavo ripetutamente per vedere se stavo bene, andavo su internet alla ricerca della spiegazione delle malattie e il risultato era che mi spaventavo ancora di più per quello che leggevo. Nonostante il medico me lo avesse proibito dicendomi più volte di non fidarmi di ciò che trovavo scritto su internet era come una droga non riuscivo a farne a meno, sempre sperando di essere rassicurata ma ottenendo l’effetto contrario. Ancora oggi se sto male mi devo costringere a non accendere il computer. Sempre chiedo ad amici e parenti se pensano che posso essere malata e mi rispondono tutti di no che sto in salute ma non ci credo, voglio ulteriori conferme, finisce così che loro si stancano e mi rispondono male( non li posso biasimare). Due anni fa ebbi il periodo nero non riuscivo a salire nemmeno sull’autobus perchè pensavo di prendermi qualche malattia. In certi momenti ho anche pensato:” forse la faccio finita, che vita è questa?”. Ora provo vergogna perchè in realtà amo la vita e mi fa male far star male chi mi vuole bene. Adesso dopo due anni che non ci pensavo più e credevo di averla superata è ritornata una paura vecchia che ho sempre avuto, quella di poter avere L’hiv. Mi creda mi fa paura solo scrivere il nome di questa malattia mi trema la mano… non riesco nemmeno a parlarne. Tutto è nato a seguito di una serie di analisi per la gravidanza scritte su un foglietto, fra le quali c’èra l’hiv che si deve fare per prassi. Subito l’occhio è caduto su quella parola e sono cominciate a venirmi le paranoie. Io ho fatto quel tipo di test due anni fa, proprio a seguito delle paure, ovviamente fu negativo, ma nonostante tutto oggi penso che quel test non sia valido, che magari non l’ho fatto nei tempi giusti ed è risultato negativo per questo. Insomma metto in dubbio non solo la validità del test ma anche il parere dei medici che mi dissero che se mio marito lo aveva fatto diverse volte per lavoro e per di più dona il sangue, al 99% anche io sarei stata negativa. Ancora oggi non riesco a convincermi di stare bene. Questa malattia è sempre stata una fissazione, in passato smisi pure di uscire con un ragazzo perchè temevo l’avesse.
La mia migliore amica un giorno aveva il labbro spaccato e le usciva un po’ di sangue, non se ne era accorta, mi ha chiesto se poteva assaggiare il mio cocktail, beh io dopo ho tolto la cannuccia pensando potesse avere questa malattia e attaccarmela!!! Si rende conto ho pensato questo della mia migliore amica!. So che questi non sono modi sani di pensare. Ora dovrò fare di nuovo il test e nonostante le parole del mio medico di base che mi ha detto che non ho nulla lo farò con un po’ di angoscia. Cosa devo fare? Possibile che sono riuscita a non temere più tante altre malattie, ma questa proprio no! La paura di cui le parlavo mi angoscia a tal punto che nonostante sappia di aver condotto una vita tranquilla e di aver fatto le cose sempre con attenzione in passato, arrivo a mettere in dubbio tutto e a non sentirmi certa dei miei ricordi. Possibile che dubito così tanto di me stessa? A tal punto che quando finivo una relazione pensavo che la persona poteva essere malata.
Come se non bastasse appena sento che qualcuno ha avuto una disgrazia penso che succederà anche a me, me ne convinco come se fosse inevitabile.. Poi arrivo a fare pensieri tremendi come quello di ammalarmi e di essere abbandonata da tutti di vivere da sola … non so perchè penso sempre tutte queste cose brutte. Le chiedo di darmi un consiglio in attesa di andare dallo Psichiatra ed iniziare un nuovo percorso. La ringrazio tantissimo per la disponibilità”.
Risposta
Carissima
Capisco la sua sofferenza riguardo questo disturbo che tanto le ha condizionato e le continua a condizionare la vita anche in un momento delicato come la gravidanza ed in particolare come la fine della gravidanza e l’avvicinarsi del parto. L’ipocondria è un disturbo egodistonico, questo significa che crea un forte disagio nella vita di chi ne soffre . Come lei ha potuto constatare gli strumenti per affrontarla esistono e danno risultati, la terapia che lei intraprese dallo psichiatra l’ha fatta stare meglio, le ha permesso di condurre una vita più serena. Concordo con lei la possibilità di incontrare nuovamente uno specialista che le fornisca il supporto necessario a stare meglio. Ricordi che il benessere psicologico , rappresenta per tutti un obiettivo più o meno distante da raggiungere.
AG.RF. (centro psicologia parioli) 07.03.2013