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DA UN ANNO PROCEDURA SEGRETA PER SCARICARE 500.000 TONNELLATE D’IMMONDIZIA ALL’INVIOLATA

Layout1di Tommaso Verga (AG.RF 08.10.2014) ore 22:48

(riverflash) – Andrea Di Palma era assessore all’Ambiente: “Abbiamo protestato con la Regione Lazio per come si sta realizzando il Tmb a Guidonia Montecelio. Gli abbiamo detto che questo tipo di impianto non lo vogliamo perché produce residui che finiranno in discarica. Zingaretti dove tornare indietro, basta con le discariche!”.
Eligio Rubeis era/è sindaco della città: “Ho chiuso l’Inviolata e nessuno potrà più riaprire una discarica a Guidonia Montecelio”. Mancava il “ci metto la faccia” e la tiritera sarebbe stata al passo coi tempi.
Nel frattempo, per nulla intimorito dagli strali lanciati giunta cittadina, Manlio Cerroni, nonostante le disavventure giudiziarie, procedeva per la sua strada: iniziate nel 2009, accelerate nel giugno 2013, le pratiche per ingrandire la discarica dell’Inviolata non retrocedevano, tutt’altro. Nessuna opposizione. Anche perché i suoi tre interlocutori hanno mostrato interesse a renderle ignote: Regione Lazio, Provincia di Roma e… Comune di Guidonia Montecelio. Sì, neppure Di Palma e Rubeis ne hanno mai fatto cenno. Giustificati? Si sa come vanno le cose in campagna elettorale… D’accordo. Però – anche per rigettare possibili accuse di aver fatto della propaganda fasulla – hanno una possibilità. Grande. A campagna elettorale terminata, si vedrà se opporranno qualche diniego al ‘re dell’immondizia’. Semplicemente dando un’occhiata al faldone delle carte aziendali si renderanno conto di essere tuttora in tempo.

Così s’è ritrovato il “pezzo di carta smarrito”
Un antefatto. il 21 maggio hinterlandweb pubblicava la storia del “Pezzo di carta smarrito”, presentato da Manlio Cerroni e ritirato dallo stesso durante la prima conferenza dei servizi avente per oggetto il Tmb. Chi l’ha visto, ha riferito che quel papello conteneva la richiesta di autorizzazione alla costruzione del settimo invaso all’Inviolata. C’è stato chi ne ha tratto la conclusione che il nuovo scavo non sarebbe stato necessario, che l’impianto fosse ‘a rifiuti zero’.
Un abbaglio. Clamoroso. Perché, nel merito, il progetto del “Colari ambiente Guidonia” si regge su due assi portanti. Da un lato, recuperare la quantità di rifiuto già sversato all’Inviolata e ‘deperito’ per molteplici cause, tanto da creare un dislivello di 147 metri, pari a 87mila mc. Il ripristino dell’altezza permetterà inoltre di mantenere intatto il profilo della collina con benefici effetti sulla visuale e sul paesaggio. Per questa parte, come noto, l’autorizzazione è già stata concessa, nel 2008. Un dispositivo legislativo permette infatti “interventi di emergenza per il reperimento di volumetria”.
L’altro obiettivo si chiama ‘nuovo invaso’. 40mila metri quadri di superficie che “consentiranno di abbancare (…) 500mila metri cubi”. Che presenta quantomeno una singolarità: secondo la società richiedente – ma anche per la Regione Lazio – non sono necessarie particolari procedure autorizzative, conferenze dei servizi, eccetera. Il che vuole significare che la formula del “reperimento di volumetria” può valere anche nel caso in oggetto? Qualche dubbio. Solido.

Le singolari conclusioni dello studio redatto dal “Colari ambiente”
Il testo che segue è copiato dai documenti aziendali.
“Si sintetizza nel seguito le categorie di impatti a carico dell’intero sistema ambientale.
Impatti transitori
Sono gli impatti determinati nella fase di gestione e consistono nella diffusione di
inquinanti atmosferici, polveri, odori, rumori e vibrazioni che, come si è visto, non
aumenteranno di intensità con la creazione del nuovo lotto di discarica.
Impatti permanenti
Sono invece permanenti gli impatti a carico del paesaggio per la variazione della attuale
geomorfologia e gli impatti su suolo e sottosuolo dovuti alla presenza della massa di
rifiuti (intesa come corpo estraneo nel sistema locale).
E’ permanente, o meglio di lunga durata nel tempo, il rischio di impatto sulle acque
sotterranee e nel sottosuolo dovuto ad una fuoriuscita del percolato o per
malfunzionamento dell’impianto o per incidente o ancora per la perdita di efficacia della
barriera impermeabile negli anni a venire.
Anche tali impatti e rischi, come si è visto, non subiranno affatto incrementi di intensità
a seguito della creazione del nuovo invaso.
Come visto nel dettaglio a proposito delle singole componenti, la realizzazione del
nuovo lotto non causerà effetti negativi sull’ambiente circostante”.

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