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Da CAPALBIO, il festival sul piacere di leggere in piazza, I NOVE LIBRI DELL’ESTATE

capalbio-libri-staino-web-19-1AG.RF 18.08.2016

(riverflash) – Da Sergio Staino con “Alla ricerca della pecora Fassina” ad Antonio Padellaro con “Il fatto personale”, da Myrta Merlino e il suo “Madri. Perché saranno loro a cambiare l’Italia” a Marco Tardelli con “Tutto o niente. La mia storia”. Spazio anche per una dei finalisti del Premio Strega, Elena Stancanelli, con “La femmina nuda”. Per gli amanti di politica ed economia “L’impresa oltre la crisi” di Gianluca Comin, “Banche: possiamo ancora fidarci?” di Federico Rampini, “Scegliere i vincitori, salvare i perdenti”  di Franco Debenedetti. Per i più curiosi, il lato inedito di Enzo Tortora con”Lettere a Francesca”, di Francesca Scopelliti.

Sono stati selezionati da Capalbio Libri, il festival sul piacere di leggere in piazza, che si sta svolgendo a Capalbio in questi giorni, sino al 13 agosto, nel cuore della Maremma. Il festival, ideato e diretto da Andrea Zagami, organizzato dalla società di comunicazione Zigzag in collaborazione con il Comune di Capalbio, da quest’anno con la direzione editoriale di Denise Pardo, ha selezionato anche quest’anno i principali libri dell’estate che, tra saggi e romanzi, fumetti e biografie, approfondiscono gli argomenti più caldi dell’ultimo anno. Nove letture per scoprire la politica, l’economia, le donne, l’Italia

NARRATIVA

Elena Stancanelli, La femmina nuda – La Nave di Teseo

SINOSSI DEL LIBRO – Anna è una donna intelligente, bella, con un lavoro interessante, ma di colpo tutto questo non serve più. Dopo cinque anni la sua storia d’amore con Davide affonda in una palude di tradimenti, bugie, ricatti. E la sua vita va in pezzi. Si trasforma in un’isterica, non dorme, non mangia, fuma e si ubriaca ogni sera per riuscire ad addormentarsi. Compulsivamente inizia a frugare nel telefonino di lui, nelle chat,  sui social. Non sa cosa sta cercando, non sa perché lo sta cercando. Per un anno rimarrà prigioniera di quello che lei stessa chiama il regno dell’idiozia, senza riuscire a dirlo a nessuno.  Questo racconto è la sua confessione, sotto forma di lettera, a Valentina, la sua più cara amica, che  l’ha vista distruggersi sera dopo sera. Anna dice  tutto, senza pudore. I dettagli umilianti e ridicoli, l’ossessione, la morbosità. Anna somiglia a tutti noi, che combattiamo questa guerra paradossale che chiamiamo amore. Ogni tanto vinciamo, più spesso perdiamo. L’unica cosa su cui possiamo sempre contare, l’unica capace di indicarci i nostri confini,  i nostri bisogni, è il corpo. E sarà al corpo che Anna si aggrapperà per sconfiggere il dolore.

L’AUTORE – Elena Stancanelli (Firenze, 1965) ha scritto romanzi e racconti, tra questi Benzina (1998; Premio Giuseppe Berto), Firenze da piccola (2006), A immaginare una vita ce ne vuole un’altra (2007), Mamma o non Mamma con Carola Susani (2009) e Un uomo giusto (2011). Collabora con “la Repubblica”.

FUMETTI

Sergio Staino, Alla ricerca della pecora Fassina – Giunti

SINOSSI DEL LIBRO – È da anni che Bobo cerca di essere un uomo mediamente retto, un militante appassionato ma non fazioso, un tesserato critico ma sostanzialmente fedele alle direttive del suo partito, il PD. E però è difficile, più difficile ogni giorno che passa. Così, quando decide di partire alla ricerca di Fassina, la pecorella che si è smarrita, Bobo capisce di essersi imbarcato in un’impresa sovrumana. Tanto per cominciare, non è affatto sicuro che Matteo gli sia grato, anzi, è assai più probabile che non gliene freghi nulla, se non peggio. E la giungla politica italiana è veramente infida, anche per l’uomo più avventuroso.

Come sopravvivere alle più svariate tagliole, ai filtri di Grillo e Casaleggio, al lazo di Matteo che ondeggia giù dall’elicottero o ai diktat di Angelino, quando dei tuoi vecchi compagni, Molotov è tentato dai 5 Stelle, Walter si è perso dietro ai suoi sogni cinematografici, Gianni è ormai un attore scespiriano che interroga i teschi, i vecchi saggi Eugenio Scalfari e Romano Prodi parlano da soli, e l’unico sodale su cui fare affidamento è uno zingarello chiamato Marlonbrando?

Con gli eterni temi, drammi, ferite e spaccature della sinistra italiana, Staino costruisce un vero e proprio romanzo a fumetti, un’avventura che di romanzesco ha i personaggi principali e i comprimari, i vivi e i fantasmi, i colpi di scena e i fili conduttori, gli eroi e i buffoni, forse più i secondi che i primi. Si ride, insomma, di questo teatrino rissaiolo della politica italiana. Staino riesce ancora a farci ridere, anche se di ilarità, nel mondo reale, ne circola davvero poca e invocare l’assistenza dello spirito di Berlinguer sembra più utile e sicuro che votare alle primarie…

L’AUTORE – Disegnatore, fumettista, regista, Sergio Staino è uno dei più famosi interpreti della satira politica in Italia. Apparso per la prima volta nel 1979, Bobo è amato ormai da più di una generazione di lettori.

 

SAGGISTICA

Myrta Merlino, Madri. Perché saranno loro a cambiare il nostro Paese – Rizzoli

SINOSSI DEL LIBRO – Questo libro nasce da un’immagine. Quella di Toya, madre nera che va a tirar via suo figlio, a suon di schiaffi, da un corteo pericoloso. E prosegue con degli incontri con madri famose e sconosciute, ignote e dimenticate, eroiche e ordinarie. A cominciare da Sandra, che a vent’anni, innamorata e incinta, sceglie di prendersi cura di un neonato non suo, un bambino imperfetto, perché possa morire tra le braccia di una madre. Poi Giuseppina, due volte mamma insieme alla sua compagna Raphaelle. Cecilia e la sua battaglia per scoprire la verità sulla misteriosa morte del figlio avvenuta in Messico. Gabriella e l’amore smisurato per un figlio ingombrante come Fabrizio Corona. La maternità negata di Martina Levato oppure diventata bandiera politica come per Dorothy, la madre di Hillary Clinton. La fuga verso la salvezza di Stephanie e la lucidità di Micaela, madre e preside nel liceo coinvolto nello scandalo delle baby squillo. E infine l’incontro con Emma, leader radicale, e Veritas, suora di accoglienza. Perché le donne trovano sempre un modo di essere madri. Anche quando non lo sono.

Madri  parla di noi. Noi mamme italiane, fortissime e ostinate, fragilissime e imperfette. Ogni storia ci interroga su come siamo, come vorremmo diventare e come non dovremmo essere. La maternità unisce tante donne (forse tutte), ma ognuna pensa che sia solo sua. Se solo riuscissimo a usare tutto il nostro amore “per sempre”, potremmo cambiare i nostri figli, il loro futuro e dunque il nostro Paese.

L’AUTORE – Myrta Merlino, giornalista e mamma di tre figli, conduce su La7 il programma quotidiano L’aria che tira. Ha scritto, ideato e condotto numerose trasmissioni televisive su La7, Raidue e Raitre. Ha pubblicato diversi libri, tra cui La moneta e Gli affari nostri. Dal 2013 tiene un blog sull’“Huffington Post”. È su Twitter @myrtamerlino

BIOGRAFIE

Antonio Padellaro, Il fatto personale – Paper FIRST

SINOSSI DEL LIBRO – «Berlusconi devo riconoscere che in fondo lei ha fatto la fortuna dei suoi amici ma anche dei suoi nemici. Sottinteso, anche la mia». 

Antonio Padellaro si racconta in una autobiografia politicamente scorretta e ironica. Oltre quarant’anni di giornalismo e cronaca del Paese ricostruiti attraverso le sue esperienze editoriali: da notista parlamentare al Corriere della Sera – negli anni dell’omicidio Pasolini e degli scontri con Oriana Fallaci allo scandalo P2 fino a Tangentopoli – passando per la vicedirezione dell’Espresso e la guida, prima, dell’Unità – in cui i dissapori con i vertici dei Democratici sono all’ordine del giorno – e, poi, del Fatto Quotidiano, di cui è stato anche fondatore nel 2009. «Durerete due o tre mesi», sarà il lapidario giudizio di Gianroberto Casaleggio di fronte al folle progetto di Padellaro di dar vita a un nuovo quotidiano cartaceo nell’era del web. Ma saranno i numeri a smentire gli scettici: il Fatto, senza un euro di finanziamento pubblico, otterrà presto risultati impensabili per il panorama dell’informazione

italiana. La società, infatti, con 600 mila euro di capitale iniziale farà utili per oltre 16 milioni.

È il racconto di chi del giornalismo conserva un’idea romantica: è ancora oggi quel ragazzo che «a bordo di una fiammante Alfa percorre al tramonto le strade della Maremma che portano al mare. L’indomani, sulla terza pagina del Corriere uscirà, per la prima volta, un suo articolo. Dai finestrini aperti sulla sera respira il tiepido profumo del successo».

L’AUTORE – Antonio Padellaro ha cominciato nel 1968 il lavoro di giornalista all’Ansa e, dal 1971, per quasi vent’anni è stato al Corriere della Sera, come inviato, notista politico e capo della redazione di Roma. Vicedirettore dell’Espresso, dal 2000 è stato condirettore e poi direttore dell’Unità. Nel 2009 ha partecipato alla fondazione del Fatto Quotidiano di cui è stato direttore fino al gennaio 2015. Attualmente è Presidente della società editrice de “Il Fatto Quotidiano”. Tra i libri pubblicati:  “Il Delitto Moro” con Roberto Martinelli (Rizzoli, 1979); “Chi minaccia il Presidente”, biografia non autorizzata di Francesco Cossiga (Sperling e Kupfer, 1991); “Senza cuore”, autobiografia di una generazione al potere (Dalai editore, 2000); “Non aprite agli assassini – la storia vera del caso Fenaroli (Dalai editore, 2001)”; “Io gioco pulito” (Dalai editore 2009); “Il Fatto Personale” (PaperFIRST, 2016).

 

Francesca Scopelliti, Lettere a Francesca, di Enzo Tortora – Pacini Editore

SINOSSI DEL LIBRO – A quasi trent’anni dalla morte di Enzo Tortora, la sua compagna Francesca Scopelliti consegna alla memoria degli italiani una selezione delle lettere che il celebre giornalista e presentatore televisivo le scrisse dall’inferno del carcere nel quale era stato sbattuto per “pentito” dire. Arrestato nel 1983 per associazione camorristica e spaccio di droga, la star amata da decine di milioni di italiani vive in quei giorni l’incubo di una giustizia ferma al Medioevo e promette di battersi fino all’ultimo non soltanto per affermare la sua estraneità alle accuse ma anche per denunciare le aberranti condizioni di vita dei detenuti. Promessa mantenuta: Enzo Tortora diventerà di lì a poco il grande leader politico della battaglia per una giustizia giusta, culminata con la vittoria schiacciante (poi tradita dal Parlamento) del referendum per la responsabilità civile dei magistrati.

Aprite questo libro: sentirete l’urlo di un innocente straziato dall’assenza di diritto e di verità. Leggete queste lettere: traboccano di incredulità e indignazione, ma anche di dolcissimo amore per la sua Francesca. Scoprirete così di non poter restare indifferenti alle parole – purtroppo ancora attuali – di un detenuto dalla coscienza limpida e libera che lancia la sua accusa a magistrati prigionieri di un teorema giudiziario e a giornalisti corrivi con la Procura di Napoli, ingabbiati dal pregiudizio e dalla malafede.

L’AUTORE – Calabrese di origine, nel 1974, dopo la laurea, si trasferisce a Milano dove collabora per dodici anni con una importante agenzia giornalistica. Nel 1982 avvia la S.Wan, un’agenzia di promozione eventi e di collaborazioni giornalistiche, lavorando soprattutto con Mondadori, Eri e Fabbri Editori. In seguito al processo di Napoli contro la camorra e al caso giudiziario che ha visto coinvolto Enzo Tortora, suo compagno nella vita, si occupa prevalentemente dei problemi della giustizia e dei diritti umani. Dà vita alla “Fondazione per la giustizia giusta Enzo Tortora”, di cui è Presidente. Dal 1994 al 2001 è Senatore della Repubblica, componente delle Commissioni Giustizia, Antimafia e della Bicamerale per l’infanzia. Insieme ad altri colleghi dà vita ad un Comitato per i diritti umani, contro la Pena capitale.

Dal 2003 al 2006 viene chiamata come Assessore per il Comune di Grosseto con delega alle Politiche giovanili e allo Sviluppo Sostenibile. Nel 2012, partecipa alla realizzazione di un libro “Il cuore in gabbia – I più drammatici errori giudiziari della storia italiana” curato da Gabriele Magno per EIR, con la scrittura di un capitolo dedicato proprio alla vicenda giudiziaria di Enzo Tortora. Oggi, dopo 33 anni, pubblica le lettere che Enzo Tortora le ha inviato dal carcere nel libro “Lettere a Francesca”, realizzato con l’Unione Camere Penali, Pacini Editore.

 

Marco Tardelli, Tutto o niente. La mia storia – Mondadori

SINOSSI DEL LIBRO – A più di trent’anni dall’urlo di Madrid, Marco Tardelli racconta senza reticenze alla figlia Sara la sua storia, nata da una passione assoluta e totalizzante come il primo amore, che nessun ostacolo, nessun rifiuto, è mai riuscito a spegnere: il calcio. L’infanzia passata tra i monti della Garfagnana e la periferia di Pisa, le prime partite all’oratorio di padre Bianchi, che alimenta il suo sogno, contrastato invece dai genitori; i soldi guadagnati durante le vacanze estive come cameriere e i deludenti provini per club di serie A, finiti tutti allo stesso modo: «È bravo, ma con quel fisico non può fare il calciatore». Poi, a soli 20 anni, dopo aver indossato le maglie di Pisa e Como, Marco approda alla Juventus di Gianni Agnelli e Giampiero Boniperti, una grande squadra che è innanzitutto una scuola di vita, e con la quale in dieci anni conquista un’impressionante serie di vittorie: 5 scudetti, 2 Coppe Italia, una Coppa dei Campioni (la tragica notte dell’Heysel), una Supercoppa europea, una Coppa delle Coppe, una Coppa Uefa. Nel mezzo, la gloriosa carriera azzurra con la Nazionale di Enzo Bearzot nell’entusiasmante spedizione in Argentina (1978), in quella trionfale in Spagna (1982) e in quella sfortunata in Messico (1986). E quando l’avventura con il calcio «giocato» sembrava finita, perché sarebbe stato per lui impossibile raggiungere nuovi traguardi, un’inattesa carriera da allenatore condotta con alterne fortune: le gioie provate alla guida delle Nazionali giovanili, le delusioni sofferte sulla panchina dell’Inter e le stimolanti esperienze all’estero, prima come commissario tecnico dell’Egitto e poi come vice di Giovanni Trapattoni alla guida dell’Eire, privato per un gol irregolare di una storica qualificazione ai Mondiali in Sud Africa (2010). Tutto o niente è anche e soprattutto la storia dell’uomo Tardelli, «nato alla buona», di natura ribelle e con un «cromosoma contadino», delle sue molte e diverse amicizie, degli indimenticabili incontri con campioni e colleghi ma anche con ristoratori e taxisti, e dei turbolenti ma inossidabili rapporti con i figli, Sara e Nicola, e con le donne della sua vita. Una vita vissuta sempre di corsa, in campo e fuori, ma senza sbandamenti: «Ho lottato per il mio sogno da solo, senza l’aiuto di nessuno. Come regalo ho avuto il talento, tutto il resto me lo sono guadagnato passo dopo passo, centimetro per centimetro».

L’AUTORE – Sara Tardelli ha lavorato con Giovanni Minoli, prima in Rai alla «Storia siamo noi», poi come autrice e voce di «Mix24» con la rubrica Quota Rosa. Attualmente collabora con Rai Sport a «Il Processo del Lunedì» e «L’Istruttoria», e cura uno spazio nella trasmissione «La Giostra dei Gol», storico programma di calcio di Rai Italia.

ECONOMIA E FINANZA

Gianluca Comin, L’impresa oltre la crisi

SINOSSI DEL LIBRO – Le crisi d’impresa oggi non sono più (o non solo) crisi di produttività. Vengono provocate da violenti e improvvisi attacchi esterni o, a volte, da passi falsi del management nella comunicazione. Sono all’ordine del giorno e possono assumere proporzioni mondiali, come avvenuto nel caso Volkswagen con lo scandalo delle emissioni. Per anni Gianluca Comin – in Enel e in altri gruppi – ha ricoperto incarichi di primo livello nella comunicazione e nelle relazioni esterne, gestendo i rapporti con la stampa e le relazioni istituzionali. Attualmente è a capo di una società che fornisce consulenza strategica alle imprese nella gestione integrata della reputazione. Il libro raccoglie la sua esperienza e propone casi concreti,esempi, interviste a manager internazionali, consigli per affrontare il nemico più insidioso per ogni azienda:gli attacchi alla credibilità, alla reputazione e al management. Non riservato ai soli addetti ai lavori,il volume si rivolge a chiunque voglia capire come funzionano oggi i meccanismi della comunicazione di sé, della propria azienda, del proprio brand.

L’AUTORE – Gianluca Comin, già a capo della comunicazione di Telecom e Montedison, è stato direttore comunicazione e relazioni esterne di Enel (2002-2014). Dopo gli esordida redattore economico e parlamentare per«Il Gazzettino», è stato portavoce del Ministro dei Lavori pubblici Paolo Costa. Ha fatto parte del Comitato per la comunicazione del Ministero dei Beni culturali. Nel 2014 ha fondato Comin&Partners, società di consulenza di comunicazione, relazioni con i media, crisis management e public affairs. Autore di 2030,La tempesta perfetta (Rizzoli 2012), insegna Strategie di comunicazione alla Luiss Guido Carli e siede nel Consiglio di amministrazione della Biennale di Venezia.

 

Franco Debenedetti, Scegliere i vincitori, salvare i perdenti – Marsilio

SINOSSI DEL LIBRO – Protezionismo, autarchia, keynesismo, programmazione,strategie, italianità: tante variazioni su uno stesso tema,l’idea che lo Stato, per governare l’economia, debba intervenire e sappia farlo con le scelte giuste. È la politica industriale: lo Stato si sostituisce al mercato e sceglie i vincitori della gara concorrenziale. Salvo poi, quando l’«insana idea» non ha successo, dover correre ai ripari salvando i perdenti. Ma la politica industriale influenza e condiziona anche «l’altra metà del cielo», quella dell’industria privata,delle grandi famiglie e non solo. Si allarga alla politica finanziaria, si espande a quelle culturali e giudiziarie. Cade sulle sue contraddizioni, risorge, sopravvive ai vincoli dall’Unione europea. Quasi coetaneo dell’Iri, che in Italia della politica industriale è stato l’eponimo, Franco Debenedetti,per il suo percorso e per i ruoli che ha ricoperto, vi ha convissuto per molto tempo: prima da manager, lavorando nell’«altra metà del cielo», poi da politico e da saggista,mirando a smontare le strutture dell’intervento pubblico e l’ideologia su cui si reggono. Dalla Grande Depressione alla Grande Recessione,dagli altiforni alla banda larga, dall’Italietta di Giovanni Giolitti all’Unione europea di Angela Merkel, gli assi di lettura di questo libro – storico, politico,personale – si incrociano in un punto: la politica industriale e le ragioni per cui è un’«insana idea».

L’AUTORE – Franco Debenedetti è nato il 7 gennaio 1933 a Torino. Nel 1956 si laurea in Ingegneria elettrotecnica al Politecnico di Torino e l’anno seguente si specializza in Ingegneria nucleare. Dal 1959 nell’azienda di famiglia, Compagnia Italiana Tubi Metallici Flessibili, poi Gilardini. Dal 1976 al 1978, direttore del Settore componenti Fiat. Dal 1978 al 1992, amministratore delegato dell’Olivetti.In Olivetti fonda Tecnost e Teknecomp e crea il gruppo servizi informatici OiS. Dal 1986 al 1994 è anche presidente e amministratore delegato Sasib, del gruppo Cir .Nel 2000 fonda l’Interaction Design Institute di Ivrea di cui è presidente fi no al 2004. Senatore per tre legislature(XII, XIIIe XIV), è primo firmatario di numerosi disegni di legge: quello sulle Fondazioni bancarie riceve il premio Ezio Tarantelli per la migliore idea dell’anno 1995 in Economia e Finanza. Amministratore di diverse società, dal gennaio 2013 è presidente dell’Istituto Bruno Leoni. È autore di: Ritagli (1996), Sappia la destra (2001),Non basta dire No (2002), Grazie Silvio (2005),Quarantacinque percento (2007), La guerra dei trent’anni(con A. Pilati, 2009), Il peccato del professor Monti (2013),Popolari addio? (con G. Fabi, 2015). Ha curato e introdotto numerosi libri. Scrive sul «Sole24 Ore» e sul «Foglio».

 

Federico Rampini, Banche: possiamo ancora fidarci? – Mondadori

SINOSSI DEL LIBRO – Il 2015 verrà ricordato per uno shock a cui gli italiani non erano abituati né preparati. Sono fallite delle banche. Piccole, ma non trascurabili. La protezione del risparmio è stata messa in dubbio. Un brivido di paura si è diffuso perfino tra i clienti di altre banche più grosse e più solide, perché nel frattempo sono entrate in vigore nuove regole, imposte dall’Europa, che comportano maggiori rischi per i risparmiatori. Sono così venute alla luce storie tragiche: cittadini ingannati, titoli insicuri venduti agli sportelli bancari, obbligazioni travolte nei crac. In parallelo, brividi di paura sulla tenuta delle banche si sono manifestati anche in altre parti del mondo: in Cina e persino nell’insospettabile Germania. E a preoccuparci non ci sono solo le banche private, quelle dove abbiamo i conti correnti e i libretti di risparmio. Anche quelle che stanno molto al di sopra, le istituzioni che dovrebbero governare la moneta e l’economia, non offrono certezze. In America, nell’Eurozona o in Giappone, la debolezza dell’economia ha rivelato errori e limiti delle banche centrali. In un’epoca come questa, in cui i redditi da lavoro diventano incerti o precari, il risparmio è ancora più importante che in passato.

Rampini torna ad accendere i riflettori sui mali e le malefatte della finanza e sui comportamenti non sempre virtuosi dei banchieri. E questo suo libro vuole servire da guida. Per capire quel che sta succedendo nel sistema del credito. Per essere meno sprovveduti e fragili di fronte agli shock finanziari. Per imparare qualche regola di sopravvivenza, di autodifesa di fronte a quelli che da tutori possono trasformarsi improvvisamente in predatori del nostro risparmio. 

L’AUTORE – Federico Rampini, corrispondente della «Repubblica» da New York, ha esordito come giornalista nel 1979 scrivendo per «Rinascita». Già vicedirettore del «Sole-24 Ore» e capo della redazione milanese della «Repubblica», editorialista, inviato e corrispondente a Parigi, Bruxelles, San Francisco, ha insegnato alle università di Berkeley, Shanghai, e alla Sda-Bocconi. È membro del Council on Foreign Relations, think tank americano di relazioni internazionali. È autore di numerosi saggi, tra cui San Francisco Milano (Laterza, 2004), Rete Padrona (Feltrinelli, 2014). Da Mondadori ha pubblicato: Il secolo cinese (2005), L’impero di Cindia (2007), L’ombra di Mao (2007), La speranza indiana (2008), Occidente estremo (2010), Alla mia Sinistra (2011), Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo (2012), Banchieri (2013), Vi racconto il nostro futuro (2013), All You Need Is Love (2014), da cui ha tratto uno spettacolo teatrale, e L’Età del Caos (2015).

 

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