(AG.RF. 12.03.2016) (ore 13,04) (riverflash) – Prosegue il nostro viaggio alla scoperta delle realtà che compongono i campionati dello CSEN Volley. Dopo la partita persa contro la Revolution Volley, abbiamo intervistato l’allenatore della Scuola Sportiva 2 Odorico Manai.
Un commento sulla partita di questa sera.
«L’importante è che si sono divertiti, sapevamo che l’avversario era molto più forte. Noi siamo partiti per stare insieme, per divertirci e quello che ci interessa è il dopo partita, andare a mangiare insieme come facciamo tutte le volte».
Qual è l’importanza di realtà come la vostra in quartieri un po’ periferici come questo?
«Cercare di unire le persone un pochino più grandi con i piccoli, perchè nella mia squadra abbiamo ragazzi di diciotto/diciannove anni e i più grandi possono essere di esempio, sperando di tenerli fuori da ambienti particolari».
Durante gli allenamenti tu punti più sugli aspetti tecnici e tattici o su quelli caratteriali e comportamentali?
«Se si unissero le due cose sarebbe meglio, però c’è chi punta più sul carattere e chi, come dicevo prima, avendo diciotto anni il carattere deve ancora formarselo e si può perdere. Quindi cerco di spronare il giovane. Il più grande ovviamente ha un po’ di tecnica, ormani dopo i venticinque/ventisette anni le capacità coordinative sono quelle».
Infine una curiosità: nell’ultimo set hai svestito i panni dell’allenatore e sei sceso in campo. E’ più bello giocare o allenare?
«L’età ormai avanza, però è un po’ difficile ancora scindere le due cose. Ma lo faccio più che altro, ripeto, per stare insieme a loro. E’ una sorta di fine settimana, di fine allenamento che termina con la partita e mi unisco a loro scordandomi di essere allenatore».
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