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CRISI ECONOMICA O DI IDEE?

(riverflash) – Va bene, siamo in crisi, ma ci siamo mai chiesti seriamente da dove viene questa crisi? Chi parla solo di crisi economica confonde la causa con l’effetto: nel senso che la crisi economica è solo l’effetto di una crisi più grande, la crisi delle idee e dello spirito. OK, non abbiamo i soldi per arrivare alla fine del mese, ma forse i nostri padri, i nostri nonni, ce li hanno sempre avuti questi benedetti soldi? Dimentichiamo che, per convenzione storicamente consolidata, abbiamo dato un valore a questi pezzi di carta, ma ci dimentichiamo che il valore è solo convenzionale, generato dalla psicologia di massa e che, se ci trovassimo nel deserto pieni di soldi ma senza acqua, moriremmo. Quindi, dal momento che tutti diamo un valore assoluto ai soldi e ci dimentichiamo che il valore è relativo, abbiamo fatto di tutto pe averli, per guadagnarli, ci siamo prostituiti, abbiamo sofferto lavorando a lavori che non ci sono mai piaciuti, tutto per guadagnare i benedetti soldi. Il guaio è che piano piano, convinti dai mass media che questa era l’unica via, tutti quanti l’hanno percorsa,  e siccome tutti vogliamo la stessa cosa e la vogliamo al massimo, qualcuno o molti restano senza (vedi accaparramento). Quando il denaro è stato inventato era un corrispettivo del lavoro fatto, nel senso che prima c’erano gli scambi in natura e tutto veniva scambiato secondo un principio condiviso di equità: io avevo fatto una sedia in mezza giornata, tu hai passato mezza giornata a pescare e quindi accettiamo di scambiarci il frutto del nostro lavoro. Poi sono venuti i soldi e per qualche secolo sono stati scambiati equamente in base al corrispettivo dei lavori fatti. Oggi non è più così: chi può dire che il lavoro di un politico è paragonabile a quello di un minatore? Perché il lavoro di un operaio in acciaieria rende meno di quello di un notaio? Poi ci sono i mass media che ci convincono che si deve cambiare auto, cambiare i divani ed i mobili, avere un nuovo computer, una nuova auto, il telefonino all’ultima moda e l’i-pad, il viaggio all’estero  ecc. ecc. Tutti ci ammazziamo di lavoro (oppure rubiamo) per cercare di comperare tutto e ci lamentiamo che i soldi non ci bastano mai. Ma se dobbiamo inseguire tutto quello che ci propone la società dei consumi, è ovvio che non bastano mai. Tempo fa mi sono occupato di religioni e filosofie orientali, ce n’è una molto interessante che parla di Yin e di Yan: in pratica dice che ogni cosa, anche la più bella e la più importante, ha in sé il seme della sua rovina. Bene, con i nostri comportamenti, con la nostra scala di valori, siamo arrivati alla fine del consumismo, forse all’orizzonte c’è un altro modello sociale che ancora non vediamo, chissà. E poi ci lamentiamo dei nostri politici, ma mica vengono da Marte, sono parte dei nostri modelli sociali e comportamentali. Noi tendiamo a condannarli perché si sono accaparrati grandi fette di denaro pubblico, ma chi ci dice che, se ci fossero stati quelli che noi pensiamo siano buoni, non si sarebbero comportati allo stesso modo? Se il sistema ti da la possibilità di prendere quello che vuoi, ci vuol poco a farlo. Quello che non va sono i nostri modelli, la scala di valori e, alla fine, le regole che ci siamo dati con la costituzione,  le leggi ed i regolamenti interpretativi. Se tutto non parte dalla scala di valori medi della società, non cambia nulla. Le leggi che nascono in democrazia riflettono il comportamento medio della maggioranza, altrimenti non è democrazia ma oligarchia. I nostri beneamati politici, da sempre, hanno fatto quello che era loro concesso fare e, se crediamo che solo cambiando loro cambierà qualcosa, ci stiamo seriamente illudendo. Alla base del politico c’è sempre un uomo, un uomo del nostro tempo con i nostri valori: soldi, consumi, vacanze, case, barche, lussi, ecc.

AG.RF (di Claudio Peretti) 11.02.21013

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