AG.RF.(redazione).08.11.2020
“riverflash” – “Mi assumo la responsabilità di firmare, se servirà, nuove ordinanze di chiusure, come Ministro della Salute. Se serve firmare un’ordinanza per salvare la vita alle persone, per limitare il contagio, per ridurre i nostri malati, le persone che non ce la fanno, per dare una mano ai medici, infermieri che sono sul fronte, è giusto mettere in atto queste misure”. Sono state queste le parole del ministro della Salute, Speranza, ospite a ‘Stasera Italia’, che ci ha tenuto però a sottolineare che non si tratta di una punizione per alcuni territori, ma un modo per aiutare le persone a superare la fase più difficile. Speranza dunque, in base a qualicriteri sono state prese le decisioni per le varie Regioni e per definirne la colorazione assegnata ad ognuna: sono stati presi in esame 21 parametri, assolutamente oggettivi, che servono per individuare il grado di criticità della Regione e sulla base di questi parametri sono state valutate fatte le valutazioni: si è partiti dal database dell’Istituto Superiore di Sanità, dai dati, e dalla fotografia epidemiologica di ciascuna Regione e sono state prese le decisioni per evitare danni ancora più gravi. “In questi mesi difficili non ho mai fatto polemiche con nessun presidente di Regione e credo che il Paese non abbia bisogno di polemiche, d’altronde tutti sapevano bene come funzionava il sistema e conoscono prima di noi, il numero di posti letto, di persone impegnate nel contact tracing, il numero di giorni che passa tra l’inizio dei sintomi e il tampone. Da questi dati, inseriti nel database centrale, scaturiscono i risultati. E così bisogna andare avanti perché la situazione è molto seria e non bisogna sottovalutarla per evitare di finire come Francia e Inghilterra che sono arrivati ad un lockdown quasi totale”, ha aggiunto il ministro. Al momento l’Italia sta provando a gestire la situazione comportandosi in modo diverso, cercando di non chiudere tutto con misure drastiche, ma provando a tutelare le aree più a rischio. “Occorre ora più che mai buttare alle spalle il dibattito politico, ci si può scontrare su tutto, ma non sulle politiche della salute, perché sulla lotta al virus, dobbiamo essere tutti una grande squadra contro un nemico molto insidioso”
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