2 Ago 2014
COSCIENZA, AUTOCOSCIENZA E FINTE PERSONE DOTTE
di Francesco Angellotti (AG.RF 02.08.2014) ore 17:32
(riverflash) – Dopo aver scritto della mente scatenata il 27 luglio dovevo andare a mangiare e non potevo mettermi a disquisire su problemi importanti, che implicano logorree concettuali: facendo finta di essere Persone Dotte. Eppure, riconosco che se non definisco su quanto ho messo in tavola, le opinioni che avevo esposto rimangono vacue e senza senso. E’ bello dire che l’individuo si deve esprimere e deve realizzare la propria responsabilità portando apporto in un contesto generale e collettivo, che il contesto umano crescerà ed eviterà l’autodistruzione solo evolvendo la creatività di tutti gli individui, che potrebbero realizzare un’unione se scoprissero la bellezza della Purezza d’Animo ed esprimessero le varie culture da cui sono originati.
Pare un discorso di un politico: tutto bello e tutto bene; ciò che sembra contraddittorio non viene rilevato e le intenzioni aspirano verso un ideale miglioramento. Il problema, però, è che, anche se i politici non lo fanno perchè non lo possono fare, sarebbe il caso di affermare che le contraddizioni del discorso si possano appianare “a soddisfazione”, anche se bisogna oltrepassare la scuola politichese e bisogna ragionare assumendo le Valutazioni in assoluto, e non secondo uno squallido opportunismo individuale che è la corrente comune in ogni contesto.. Sappiamo che il discorso che ci apprestiamo a fare c’è chi lo approva, ma lo ritiene “Utopico”, ma non crediamo che lo sia effettivamente; o meglio, è Utopico finchè rimane nel Mondo delle Idee, diventa Reale quando ci si impegna ad attuarlo.
Punto e basta.
Il fatto che nessuno si adopera per attuarlo, non vuol dire che è irrealizzabile, vuol dire solo che la coscienza, e l’autocoscienza, non sono arrivati a tal livello di “capire” e di “conoscere”, per cui tutti avanti come muli lungo le linee impartite nei tempi antichi, dalle popolazioni dominanti con la violenza, incoscienti della direzione intrapresa. Se facciamo a tempo ad accorgerci dove stiamo andando, facciamo in tempo a tamponare la situazione perlomeno in parte; se non ce ne accorgiamo, proseguiamo verso la nostra autolesione e non ci sarà legge o provvedimento che avrà valore.
Ma noi, per lo meno, avremo ideato ed operato per creare il Bello ed il Buono e abbiamo tentato di salvare la situazione. Sarebbe il nostro dovere di Uomini quello di esternare l’ interiorità ideale e concreta, il bagaglio personale per realizzare le particolarità e le diversità che ognuno sa esprimere. Se non ci riusciamo, pazienza: l’Umanità sarà una razza colpevole della propria distruzione e quindi sarà opportuno sparisca dalla perfezione Universale.
Lasciamo, quindi, perdere tutti questi discorsi esistenziali; sembra che mi sono messo a copiare qualche testo di Sartre. Ma, effettivamente, magari fossi alla sua altezza!
Allora, ripartiamo con il discorso: come si può realizzare un’ Umanità che procede nella creatività e nella ricerca, esaltando quelle che sono le doti, le qualità, gli atteggiamenti individuali? Io dirò la mia, anche solo in forma di breve parere; apro a Silvano, ed a chiunque, la possibilità di obiettarmi: perchè il confronto è la base dell’Evoluzione, non solo perchè sono troppo infantile… almeno lo spero.
Il concetto è facile: tutti devono studiare e devono aver la possibilità di creare quel che balza loro in mente; ogni operazione compiuta si verifica ed ognuno ha per quel che ha, per quel che porta. Certe differenze sono ovvie e naturali; per esempio, c’è chi avrà casa in un attico a piazza Navona, chi starà in un monolocale al Tiburtino Terzo. Ma, a parte quella che sarà la tendenza di realizzare il massimo della ricerca, non sarà possibile creare diversità così sproporzionate come fatto fin ora, e se una persona porta maggior bagaglio, avrà maggior disposizione per poter compiere le sue operazioni. Anche perchè, poi, le persone avranno valori diversi verso i quali indirizzeranno la loro esistenza; non sarà più il materialismo ed il consumismo ad imperare ma, avendo queste strutture la loro importanza relativa, ogni altro valore potrà trovare il suo giusto spazio: anche chi vorrà prendere la chitarra e cantare al posteggio davanti alle Fabbriche, o le trattorie, o dovunque.
Mi rendo conto che, il concetto espresso che mi è così chiaro, non sarà alla portata del lettore, perchè non ci si capisce niente. Il concetto che avrei voluto esporre porta a rendere più umano ogni uomo. Non nel senso di una parità assoluta, perchè non sarebbe corretta; però le possibilità e le situazioni non dovrebbero essere diverse per tutti, quindi chi vuole, può avere la possibilità di esternare quel che crede sia la sua Meta. Nel senso che la famiglia che abita nell’attico a piazza Navona ha a disposizione le stesse strutture e gli stessi impianti del residente presso il Tiburtino Terzo: le stesse scuole, gli stessi servizi sanitari, le stesse possibilità d’arricchimento culturale, le stesse possibilità in ogni cosa. Ognuno sceglie quel che il proprio indirizzo porta ad apprendere e la riuscita sarà diversa ed a diversi valori, a seconda delle scelte personali e delle doti, delle capacità, dell’indirizzo intrapreso. Dato che ogni individuo ha diritto di approfondire l’argomento e la tematica verso la quale sente d’essere più portato, risulterà alla fine, giustamente, che ci saranno tanti professori all’Università e tanti operai nelle Acciaierie… ma sia i professori, che gli operai, devono aver a disposizione il modo per trovare impegno in quel che ricercano (dallo studio al gioco, dalle vacanze, al passatempo), oltre al fatto che possono usufruire delle stesse strutture di sostegno: dagli ospedali ai mezzi pubblici, tempo libero, luoghi ove arricchirsi di cultura-svago-spettacolo-quel che ognuno cerca.
Il problema sarà quello che non ci sarà differenza di trattamento e di possibilità, e se un individuo s’infatua di se stesso e parte alla conquista del Mondo, il Mondo sarà suo, ma si troverà a non stringere neanche le mosche; perchè non ci sarà nessuno che gli darà retta e gli dimostrerà inesistente la sua aerea egemonia.
Parlo così adesso, che sta succedendo una tragedia tra Israele ed i Palestinesi, che non riescono a conciliare la loro convivenza da prima della nascita di Cristo (che nacque durante uno dei tanti esodi dalle Terre contese). Perchè lottare, cos’è il potere, di cosa t’impossessi, se nessuno ti riconosce e ti da retta? Sei a capo degli eserciti, delle flotte, fai spostamenti di capitali, dirigi la sorte e la posizione di popolazioni che si trovano come moltitudine a piangere ed a sbattersi perchè c’è chi li utilizza come pedine. Ma se non ci fosse autorità, ma collaborazione con ognuno che riconosce il suo posto, tanto non ci sarebbe diversità di trattamento, allora la situazione si risolverebbe più armonica.
Poi, ci vengono a fare le prediche, volti verso la pace e il soccorso verso chi si trova in situazioni drammatiche. Ma tutto quel che vogliono, sarebbe il rispetto delle Egemonie, in modo che tutti possano campare ordinati, in funzione dei vantaggi di chi è bravo a giocare a scacchi. Nel senso che chi è in difficoltà ringrazia i soccorritori offrendo disponibilità di quanto dispongono nella Nazione, così com’è circoscritta; anche se le Nazioni che non hanno risorse o Beni a disposizione, non se li fila nessuno e possono morire di fame senza che nessuno intervenga.
Uno, due e tre; possibile eliminare tutte le scale di valori sovrastrutturali, che si sono create in pochi millenni?
Senz’altro è cosa difficilissima; quasi quanto è stato difficile crearle. Però, quando si formavano, certe cose non s’immaginavano lontanamente. Adesso sappiamo cosa abbiamo combinato; anche se solo in piccola parte, ma basta per creare una Rivoluzione Ideologica e di Valori. Non come tutte le eseguite Rivoluzioni, che hanno portato ad un cambiamento di Potere, quindi niente è cambiato: solo situazioni contingenti. Ma l’unica strada per l’Umanità è quella di capire che l’indirizzo intrapreso dalle popolazioni all’inizio delle Civiltà è perdente, perchè affidato ai rapporti di forza che, col tempo, sono diventati sempre più meschini e subdoli perchè si avvalgono di tanti concetti astratti: tipo quello che la Guerra bisogna farla per fini religiosi, che una Nazione bisogna sopprimerla perchè è in possesso di armi di distruzione di massa… gli apporti per giustificare la sopraffazione e la violenza sono sempre più rifiniti, ma se si considerano nello specifico si ravvedono quanto sono falsi ed opportunisti. E poi, inoltre, la contraddizione non è mia, che vorrei l’individuo pacifico e creativo nella comunità, ma di chi porta avanti una posizione faziosa nell’interesse personale.
Sembra quasi la storia che scrisse il Campanella, teorizzando un nucleo perfetto ed omogeneo, anche se con debite variazioni dovute allo spazio di tempo intercorso. Purtroppo ciò che scrisse il genio Tommaso tutti lo conoscono, come nessuno lo ha letto (facciamo pochissimi, qualche professore, per vantarsi dotto, avrà pure scorso le pagine della Città del Sole). Consideriamo anche che molto tempo è passato e quindi certe situazioni sono mutate, quindi qualcosa dovrà essere cambiato; oltre al fatto che i concetti espressi non saranno molto più delucidanti di quanto ho scritto io (non assurgo a nessun paragone tra me e Tommaso Campanella), mentre riconosco che per realizzare un cambiamento generale così profondo come teorizzato, le Nuove Impostazioni dovrebbero essere sviluppate in un papiello lungo tanto, che il Capitale sembrerebbe una favola per bambini (scusa Silvano, un’ironia concedimela).
Questa eventualità che auspico, arrivati a questo punto, fa talmente paura che fanno pure i films per confondere le acque e far passare le forme di autocoscienza e di indipendenza individuale, come forme violente e di catastrofe: quasi come quella che si sta attuando nella realtà. Filmetti squallidi e da quattro solidi, non crediate di riuscire a cambiare la realtà confondendo con concetti contraddetti la chiarezza delle Idee.
Vogliamo formare un Partito, che porta avanti quest’ideologia? Forse è la cosa più facile da fare, perchè costituirebbe la soluzione verso la quale saremmo indotti da chi attualmente trova beneficio nello sfruttare la situazione. Sarebbe, infatti, l’operazione più rapida per eliminare la minaccia di un cambiamento. Il modo sarebbe quello di integrare entro il Sistema qualsiasi novità non collimante con lo stato attuale di fatto; diventato “uno di loro”, sei come loro, non c’è salvezza. Questo è sempre stata la tecnica per squalificare qualsiasi azione di protesta, a qualsiasi livello. Dare successo, audio, ascolto, spago, riscontro, voce in capitolo… sei integrato e passi dalla parte alla quale ti opponi. Facile, no?
Il principio è quello di un cambiamento collettivo, perchè ci stiamo accorgendo che avanti non andremo più per molto. E se non riusciremo più a procedere e provocheremo il termine di una funzione vitale che ha avuto importanza e dimensione irrisoria nell’Universo, potremo comunque terminare contenti di aver avuto coscienza e di essere stati almeno propensi ad una crescita che portasse, non autodistruzione, ma Sviluppo.