18 Mar 2016
Cosa sta accadendo al saldo demografico italiano?
Di Marco Sarli AG.RF 18.03.2016 (ore 14:00)
(riverflash) – Quando ho visto la notizia che, nel 2015, la popolazione residente italiana è diminuita di 139 mila unità, ho capito subito che era successo qualcosa di inedito su entrambi i fronti che determinano in larga parte questo saldo e, cioè, il numero dei nati che si portano al di sotto della soglia psicologica delle e quello dei decessi, il cosiddetto saldo naturale che si porta sempre nel 2015 a 165 mila unità, un numero che ha fatto dire a molti commentatori che si tratta di valori compatibili con una guerra ed è su questo ultimo dato che soffermerò la mia attenzione in quanto si tratta del dato più strutturale, in quanto è la maggiore determinante del fatto che la popolazione di cittadinanza italiana si è portata l’anno scorso a 55,6 milioni, con una perdita di 179 mila residenti.
La determinante maggiore dell’incremento dello sbilancio del saldo naturale è dato dal numero dei decessi che sono stati 653 mila, con una crescita di poco inferiore al 10 per cento rispetto al 2014, un numero che porta il tasso di mortalità al 10,7 per mille che, come nota il comunicato ufficiale dell’ISTAT, è il più alto dal secondo dopoguerra in poi, con l’aumento di mortalità che risulta concentrato nelle classi di età molto anziane (75-95 anni).
Nello stesso tempo continua il fenomeno dello sciopero delle culle con i nati che si portano al di sotto della soglia psicologica delle 500 mila unità, 15 mila in meno del 2014 e un nuovo minimo storico dall’Unità d’Italia, un valore su cui si potrebbe ragionare per diverse puntate del diario, ma che qui viene trattato solo di striscio.
Ma il capitolo più interessante è quello dell’inversione di tendenza nell’aspettativa di vita che perde due mesi per gli uomini e tre mesi per le donne, un dato che mette in crisi il continuo allungamento dell’età necessaria per andare in pensione, anche se ho qualche dubbio che verrà preso correttamente in esame.
Ma quello che più preoccupa è il crollo dell’aspettativa di vita in salute che a partire dal 2007, secondo dati EUROSTAT, ha registrato un vero e proprio crollo passando da valori superiori ai 70 anni sia per gli uomini che per le donne a dati che superano di pochissimo i 70, con un sorpasso degli uomini sulle donne che è davvero stupefacente, un crollo questo che gli istituti di statistica non sanno spiegarsi, così come nessuno sa dire perché in un anno climaticamente normale ci siano stati 54 mila decessi in più!
Fonte: http://diariodellacrisi.blogspot.it/