AG.RF.(redazione).09.01.2021
“riverflash” – Dante, a 700 anni dalla sua morte, viene ricordato nella mostra “Inferno” alle Scuderie del Quirinale, la prima grande esposizione dedicata a questo tema che racconta la presenza nell’iconografia e nel pensiero del concetto di inferno e dannazione dal Medioevo ai nostri giorni. Accompagnati dalla parola dantesca, i visitatori attraversano i luoghi terrifici e le visioni laceranti dell’Inferno così come sono stati rappresentati dagli artisti di tutte le epoche. Il percorso espositivo si dipana attraverso più di duecento opere d’arte e tra i capolavori esposti ci sono opere di Beato Angelico, Botticelli, Bosch, Goya, Manet, Delacroix, Rodin, Cezanne. La mostra è a cura di Jean Clair e Laura Bossi: si tratta di un viaggio negli Inferi immaginati da Dante Alighieri, un progetto ambizioso che, concentrandosi sulla prima delle tre cantiche della Divina Commedia, si propone di evidenziare il senso ultimo del grande affresco teologico-allegorico di Dante: indicare all’umanità un percorso di liberazione dalle miserie e dagli orrori de «l’aiuola che ci fa tanto feroci» (Par. XXII, 151) verso una condizione di felicità e di salvezza. “Per celebrare degnamente con una mostra d’arte il settimo centenario della morte di Dante Alighieri – spiegano i due curatori – il tema dell’Inferno si è imposto come un’evidenza. Non solo perché rispetto alle altre cantiche è senza dubbio la straordinaria iconografia infernale ad aver maggiormente ispirato gli artisti, con un duraturo impatto sulla cultura visiva europea; ma anche per la sua attualità, in un mondo in cui la distruzione della natura, la crisi sociale e culturale ci inducono a riflettere sul destino dell’umanità e sulle cose ultime”. Che sia espressa nei cupi avvertimenti di sofferenza eterna nelle miniature medievali, nell’incontro con un universo satanico fatto di tragedie terrene nell’arte rinascimentale e barocca, nei tormenti dell’anima raffigurati nelle tele romantiche e simboliste, o nelle moderne interpretazioni psichiatriche del mistero del Male, la credenza in un possibile traguardo di dannazione si è dimostrata straordinariamente persistente, esercitando di volta in volta terrore, pietà, fascino morboso o curiosità ‘scientifica’”. La mostra durerà fino al 23 gennaio.
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