AG.RF.(redazione).11.11.2020
“riverflash” – In Italia i contagi non calano, ieri si sono registrati 35.098 casi, su 217.758 tamponi e 580 decessi. Il Veneto, l’Emilia-Romagna e il Friuli stanno diventando zona arancione (l’Iss chiede che vengano disposte misure più restrittive in queste tre regioni), mentre sulla Campania ancora non sono state prese decisioni. Il governo dunque, sta andando avanti con gradazioni di colore e misure mirate per tentare di piegare la curva epidemica, tuttavia le polemiche non si placano in tutta Italia. In particolar modo desta attenzione la Campania, nonostante i contagi continuino a crescere mentre il governatore De Luca difende la sua regione: “Vedo che sugli organi di informazione si è creata un’attesa di decisioni riguardanti la Regione Campania. La collocazione di fascia della Campania è già stata decisa lunedì, a fronte della piena rispondenza dei nostri dati a quanto previsto dai criteri oggettivi fissati dal ministero della Salute. Ho sollecitato io un’operazione trasparenza, pubblica e in tutte le direzioni, per eliminare ogni zona d’ombra, anche fittizia. Dunque non c’è più nulla da decidere e da attendere”. Anche il sindaco di Napoli, De Magistris, ha voluto dire la sua in merito alla questione: “Insieme alla Giunta adotterò provvedimenti clamorosi per far capire al governo che c’è una questione Campania molto seria: non possiamo rimanere inerti di fronte a questa situazione, non si può andare avanti così, occorre intervenire”. Ci sono poi regioni “borderline”, come Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia-Romagna, dove i 3 governatori stanno pensando di anticipare le mosse del Governo, per ridurre il rischio di assembramenti e a tale proposito, è prevista una riunione nei prossimi giorni per creare un’ordinanda comune proprio per evitare il passaggio di alcune zone a zona arancione: oltre al divieto di assembramenti, sarebbero previste anche limitazioni negli spostamenti tra Comuni e Province. Nel frattempo il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, ha dichiarato che “da metà gennaio in poi potranno essere disponibili le prime dosi del vaccino, che ragionevolmente saranno offerte prima agli operatori sanitari, alle forze dell’ordine e alle fasce più fragili della popolazione”, aggiungendo che “ci sono tutti i presupposti perché si veda il punto di svolta”.
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