AG.RF 22.01.2016 (ore 16:49)
(riverflash) – Coprifuoco notturno dalle 20 di stanotte alle 5 di domattina in tutta la Tunisia. A dichiararlo Walid Louguini portavoce del Ministero degli Interni, dopo giorni di proteste per le disagiate condizioni economiche di una notevole parte di cittadini. Da ieri, giovedì 21 gennaio, si è intensificata la proteste per la disoccupazione nel paese, che è iniziata nella provincia occidentale Kasserine, per poi intensificati e diffondersi in altre parti del paese.
Manifestazioni di solidarietà con chi protesta si sono svolte in città come Tunisi, Sidi Bouzid e Gafsa, con diverse segnalazioni di tentativi di suicidio, dovuti alla frustrazione per la mancanza di posti di lavoro.
Un poliziotto è stato ucciso quando i dimostranti hanno ribaltato la sua auto nella città di Feriana. Negli scontri di ieri sera sono rimasti feriti 41 agenti delle forze di sicurezza e tre della protezione civile.
Proteste e scontri con le forze di sicurezza che sono iniziati a Kasserine sabato 16 gennaio, dopo la morte di un disoccupato, folgorato da una scarica elettrica mentre si era arrampicato sulla cima di un palo della luce vicino all’ufficio del governatore. Si chiamava Ridha Yahyaoui, aveva 28 e protestava perché il suo nome è stato rimosso da una lista molto ambita perché comprendeva potenziali reclute per lavori del settore pubblico. Il governo ha ordinato un’inchiesta sulle circostanze della sua morte, mentre l’esercito è stato schierato per garantire che il coprifuoco venga osservato.
Beji Caid Essebsi, il presidente della Tunisia, ha stigmatizzato la protesta: “L’ultima ondata di proteste che ha conosciuto la Tunisia è del tutto priva del carattere pacifico e visto la situazione attuale, lo Stato adotterà, pur nel rispetto della legge, tutte le misure necessarie per ristabilire l’ordine nel Paese. Il governo sta subendo forti pressioni perché vengano adottate misure per affrontare la corruzione e la disoccupazione”.
Essebsi ha interrotto il suo tour europeo per tornare a Tunisi ieri, 21 gennaio.
Barhoumi Tareq, uno dei leader della protesta dei disoccupati a Kasserine, ha affermato: “I tunisini sono uniti contro la discriminazione e l’emarginazione. Abbiamo sofferto per decenni. Non ci sentiamo di appartenere a questo paese dove i funzionari di governo non si preoccupano del nostro disagio”.
In Tunisia la destabilizzazione è iniziata nel 2011, quando Mohamed Bouazizi,un venditore ambulante di 26 anni, si suicidò dandosi fuoco per protestare contro le vessazioni della polizia. Dimostrazioni antigovernative si diffusero in tutto il paese, mettendo la parola fine ai 23 anni di presidenza di Zine El Abidine Ben Ali.
Da allora la transizione post-rivoluzione ha determinato un clima d’incertezza, di violenza e d’instabilità economica.
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