AG.RF.(redazione).25.12.2022
On air fino a dicembre la campagna 2022 declinata su tv, web e stampa
“riverflash” – Una “piccola Betlemme” nella periferia romana: l’impegno di don Dario Frattini per la comunità parrocchiale di Sant’Eligio, al Villaggio Prenestino, passa anche attraverso la realizzazione del presepe vivente. Grazie alle offerte dei visitatori sarà possibile costruire un campetto.
Testimoni del Vangelo, ogni giorno ci offrono il loro tempo, ascoltano le nostre difficoltà e incoraggiano percorsi di ripresa. Sono i nostri sacerdoti che si dedicano a tempo pieno ai luoghi in cui tutti noi possiamo sentirci accolti e si affidano alla generosità dei fedeli per essere liberi di servire tutti.
#UNITIPOSSIAMO è l’hashtag della nuova campagna della Conferenza Episcopale Italiana che intende sensibilizzare i fedeli e si sofferma sul valore della donazione. I sacerdoti non sono i soli protagonisti, ma condividono questo ruolo con l’intera comunità.
“La campagna 2022 fa perno sulla comunità e sul suo valore nella società. Abbiamo pensato che fosse giusto ed efficace dare spazio e visibilità – spiega il responsabile del Servizio Promozione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni – non solo ai sacerdoti ma anche a quelle realtà che, grazie ai propri pastori, sono sempre più unite nei valori cristiani, e che senza il loro prezioso punto di riferimento non potrebbero sopravvivere. Lo spot ruota intorno al concetto dell’unione e degli obiettivi che si possono raggiungere insieme.”
Le comunità sono vere e proprie protagoniste, motori delle numerose attività, coese intorno al proprio parroco, un amico cui rivolgersi nel momento del bisogno e con cui condividere i momenti importanti della propria vita.
E i segnali di una grande vitalità della comunità parrocchiale di S. Eligio in Roma si rintracciano anche nella rinnovata esperienza del presepe vivente “La piccola Betlemme” che vedrà le prossime aperture, ad ingresso libero in via Fosso dell’Osa 435, per Natale, dalle 16,30 alle 19,30, e poi per Santo Stefano, per il primo gennaio e per l’Epifania, dalle 16 alle 19. Un’esperienza che nasce dalla passione maturata da don Dario Frattini, nel corso dei suoi primi anni da sacerdote, a Piubega, in provincia di Mantova, dove a lungo si è tenuta una importante di manifestazione di questo genere. Iniziativa che il don ha poi sperimentato anche a San Giulio, a Monteverde, dove è stato parroco. Dal 2020 don Dario esercita le sue funzioni sacerdotali a S. Eligio, nella comunità del Villaggio Prenestino, estrema periferia Est di Roma, e la scelta del presepe vivente, organizzato col patrocinio di Roma Capitale, risponde a molteplici esigenze: un segno per evangelizzare e anche un modo per raccogliere offerte da restituire alla comunità stessa.
“Una stella con una grande coda passò dal Villaggio Prenestino in una notte della scorsa estate e ci indicò la direzione da prendere per ‘La piccola Betlemme’ – spiega don Dario a Giulia Rocchi nell’articolo che si può leggere su unitineldono.it –. Quella stella ha fatto luce nei nostri cuori e riscaldato le nostre menti. Ci ha dato la forza e il coraggio, per iniziare a dialogare, costruire e condividere una nuova opera per Villaggio Prenestino e la parrocchia di Sant’Eligio, una nuova visione che ha coinvolto tutti, dandoci un obiettivo chiaro e condiviso: i nostri sforzi saranno le fondamenta per la costruzione o ampliamento della nostra chiesa e la realizzazione dell’oratorio per i nostri piccoli”.
Per don Dario, che fa parte dei Canonici Regolari dell’Immacolata Concezione, una Congregazione di sacerdoti e fratelli, che vivono la vita in comune secondo la Regola di Sant’Agostino, dedicandosi a tutti gli impegni propri del ministero sacerdotale nelle parrocchie, il percorso della costruzione del presepe vivente richiama la necessità di mettere Gesù Cristo al centro del percorso di vita, una scelta che poi si declina appunto in tutti gli aspetti dell’esistenza: “Il cammino sinodale che sta portando avanti la Chiesa italiana – prosegue don Dario – è fondato sull’ascolto e, come ha più volte sottolineato il nostro cardinale vicario Angelo De Donatis, non si tratta di un qualcosa da fare ‘in più’, quanto piuttosto di avere uno stile diverso. Nell’ascolto, nella relazione con l’altro, le cose funzionano se c’è Gesù al centro”.
E il presepe sembra raccontare proprio la vita rigogliosa di una comunità che ha messo al centro del proprio modo di agire la presenza di Cristo. E che proprio a partire dal Presepe potrebbe valorizzare un territorio vasto e senza servizi, dove i ragazzi non hanno luoghi di aggregazione e rischiano quotidianamente di percorrere strade pericolose per il loro futuro. La collocazione della parrocchia è emblematica: si trova in via Fosso dell’Osa, un punto di confine dove l’urbanizzazione cede il posto alla campagna e quelle poche abitazioni presenti non corrispondo a un progetto urbanistico preciso. “Esiste il rischio delle dipendenze – prosegue don Dario – tanto che organizziamo anche incontri e attività in collaborazione con la Comunità Nuovi Orizzonti. Proponiamo cene, appuntamenti, ma la cosa più importante, e su questo insisto, è sempre mettere al centro Cristo”.
E proprio per arginare il peso che la periferia può avere sul futuro dei giovani, la parrocchia si sta muovendo con impegno e dedizione. “Ogni volta che il presepe aprirà le sue porte – dicono gli organizzatori – ci saranno 30 rappresentazioni curate nel dettaglio, 100 figuranti e 30 addetti dello staff. Nella fase di preparazione di questa opera sono state coinvolte più di 120 persone, tra i costruttori delle casette e delle varie strutture, équipe di preparazione delle varie rappresentazioni, sarte e allestitori, una comunità che si muove per un unico obiettivo, in perfetto stile sinodale”.
Una macchina organizzativa animata da un piccolo esercito di volontari che donano il proprio tempo libero per un futuro migliore.
Coordina il gruppo degli ottanta volontari impegnati nell’allestimento Pietro Fiore: “Abbiamo iniziato a lavorare al presepe da settembre – spiega –. L’area interessata è la stessa dell’anno scorso, cioè più di 1.800 metri quadri, all’interno della quale ci saranno oltre trenta scene diverse, dal mercato al palco di Erode”.
Il pubblico che avrà la fortuna di visitare la “Piccola Betlemme” potrà immergersi in una speciale atmosfera natalizia e nella studiata ricostruzione della vita quotidiana di oltre duemila anni fa: a partire dal censore che registra le presenze alla meticolosa rappresentazione del mercato, cuore pulsante di Betlemme, con i mercanti impegnati a coinvolgere i passanti, gli artigiani che mostreranno i mestieri del tempo, i bimbi che giocano e si riscaldano ai bracieri e che portano ceste piene di doni alla Natività. Ci saranno anche personaggi storici come Erode e le sue ancelle, e poi ancora il coniatore di monete, l’esattore, i centurioni, le signore patrizie, il Rabbino con i suoi discepoli, i pastori, gli animali del cortile. Un mondo antico dai riflessi contemporanei che si snoda a partire dal centro di tutto: la Natività con i suoi angioletti che adorano Gesù.
La novità di quest’anno è un grande mulino ad acqua, perfettamente funzionante, costruito dai volontari di Sant’Eligio per l’occasione, dove il grano verrà realmente macinato. Solo la ruota è alta più di due metri. In tutto saranno coinvolti fino a 140 figuranti, tutti parrocchiani e abitanti della zona.
Il presepe vivente “La piccola Betlemme” è a ingresso libero. Dall’11 al 18 dicembre è stato aperto la mattina per le visite delle scuole romane mentre nei pomeriggi del 25 e 26 dicembre, domenica primo gennaio e venerdì 6 gennaio sarà aperto a tutti. “Per l’Epifania – conclude Fiore – arriveranno i Re Magi a cavallo”.
Ideata e prodotta da Casta Diva Group la campagna della Conferenza Episcopale Italiana https://www.unitineldono.it/unitipossiamo/, on air fino a Natale, si snoda tra spot tv, radio, web, stampa e racconta, attraverso scorci di vita quotidiana, il ruolo chiave della “comunità”: dalle attività del doposcuola alle partite di calcio nell’oratorio, dall’impegno dei volontari a quello degli anziani, dall’assistenza all’ascolto dei più bisognosi.
Non solo video ma anche carta stampata per la campagna #UNITIPOSSIAMO.
“Ci sono posti che esistono perché sei tu a farli insieme ai sacerdoti” o “Ci sono posti che non appartengono a nessuno perché sono di tutti” sono alcuni dei messaggi incisivi al centro della campagna stampa, pianificata su testate cattoliche e generaliste, che ricorda nuovamente i valori dell’unione e della condivisione. Sono posti dove si cerca un aiuto, un sorriso, una mano, un’opportunità, o, semplicemente un amico. “Sono i posti dove ci sentiamo parte di una comunità”.
Sul web e sui social sono previste alcune pillole video “Perché dono”, brevi filmati in cui alcuni donatori spiegano il perché della loro scelta di sostenere i sacerdoti e il rilievo che questi assumono nelle loro vite. Giovani, adulti, anziani con l’obiettivo comune di contribuire a sostenere i nostri preti, figure umili ma straordinarie. A supporto della nuova campagna anche la pagina https://www.unitineldono.it/dona-ora/ in cui sono indicate le modalità per le donazioni.
Le Offerte per i sacerdoti, diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica, sono espressamente destinate al sostentamento dei preti diocesani. Dal proprio parroco al più lontano. L’Offerta è nata come strumento per dare alle parrocchie più piccole gli stessi mezzi di quelle più popolose, nel quadro della ‘Chiesa-comunione’ delineata dal Concilio Vaticano II.
Le donazioni vanno ad integrare la quota destinata alla remunerazione del parroco proveniente dalla raccolta dell’obolo in chiesa. Ogni sacerdote infatti può trattenere dalla cassa parrocchiale una piccola cifra (quota capitaria) per il proprio sostentamento, pari a circa 7 centesimi al mese per abitante. In questo modo, nella maggior parte delle parrocchie italiane, che contano meno di 5 mila abitanti, ai parroci mancherebbe il necessario.
Destinate all’Istituto Centrale Sostentamento Clero, le offerte permettono di garantire, in modo omogeneo in tutto il territorio italiano, il sostegno all’attività pastorale dei sacerdoti diocesani. Da oltre 30 anni, infatti, questi non ricevono più uno stipendio dallo Stato, ed è responsabilità di ogni fedele partecipare al loro sostentamento.
Le offerte raggiungono circa 33.000 sacerdoti al servizio delle 227 diocesi italiane e, tra questi, anche 300 preti diocesani impegnati in missioni nei Paesi del Terzo Mondo e circa 3.000, ormai anziani o malati dopo una vita spesa al servizio degli altri e del Vangelo.
Per maggiori informazioni:
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