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CONDANNATI I RESPONSABILI DI «GREEN HILL», IL CANILE-LAGER DI MONTICHIARI

beagle montichiariAG.RF 23.01.2015 (ore 11:51)

(riverflash) – Una sentenza storica quella pronunciata dal Tribunale di Brescia riguardo ai responsabili del canile lager Green Hill di Montichiari, dove si allevavano cani di razza beagle destinati alla sperimentazione. Il Tribunale ha condannato per uccisione di animali e maltrattamenti Ghislaine Rondot, gestore di Green Hill, Roberto Bravi e Renzo Graziosi, rispettivamente direttore e veterinario. Mentre è stato assolto il secondo gestore, Bernard Gotti, per non aver commesso il fatto.

Nessuno di loro andrà in carcere, ma Rondot, Bravi e Graziosi dovranno cambiare mestiere perché in caso di recidiva la pena attuale si aggiungerà all’altra. L’importanza maggiore, a nostro avviso è che in Italia è reato allevare animali per la vivisezione e strutture del genere sono tutte fuorilegge. Oggi a Brescia hanno vinto i cani di Green Hill, per anni maltrattati e uccisi in nome di una farmaceutica crudele e forse inutile.

Soddisfazione ha espresso Maria Vittoria Brambilla, ex-ministro del Turismo e animalista convinta: “La sentenza di Brescia è una grande vittoria, un traguardo di straordinaria importanza. Soddisfa perché riconosce la colpevolezza di 3 imputati su 4, la sussistenza dei reati, quali maltrattamento ed uccisione, e quindi il principio secondo cui, anche nel contesto di massimo sfruttamento economico e per scopi scientifici, gli animali vanno rispettati e tutelati, come prevede la legge. Da questo punto di vista la sentenza ha una portata storica e suggella degnamente una vicenda emblematica per l’opinione pubblica, non solo del nostro Paese. Green Hill era davvero il “canile lager” che avevamo denunciato, contro il quale hanno manifestato decine di migliaia di persone. È una vittoria dell’accusa, ma anche di tutti coloro che amano gli animali e di tutti i poveri cani che hanno perduto la vita o hanno vissuto una non-vita tra le mura dello stabilimento di Montichiari. Fortunatamente, grazie alla legge che ho scritto, non avremo sul nostro territorio altre “fabbriche di morte”. E questa è una seconda, importante ragione di soddisfazione”.

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