di Francesco Angellotti (AG.RF 19.07.2018)
(riverflash) – È il 7° anno che Cristiana Pegoraro torna da New York nella sua natìa Narni, per presentare la sua elaborazione tra 2 Culture diverse, dalle basi che non collimano, ma che conducono ad un simile intento; infatti quel che viene cercato nella metropoli americana, in cui tutto è enorme e procede alla velocità della luce, e l’intera Umbria, ove son vive le tradizioni ed i ricordi non fanno scalzare le mentalità dai radicati valori, propendono attraverso vie diverse al raggiungimento di un essenziale contenuto, che considera come al centro dello svolgimento dell’Evoluzione, la Realizzazione dell’Uomo. Non il suo successo o l’affermazione commerciale; né il suo dominio in strutture piccole ed insignificanti: l’Uomo, nella sua realtà.
Non è un discorso superficiale, ed in 7 anni il perfezionismo di Cristiana ha sviluppato il concetto in maniera veramente molto riuscito: tecnicamente e nella sequenza degli spettacoli.
Spettacoli, che nelle proposte di tutto il Festival si fanno sempre più ricchi e selezionati, perché la mentalità che offre ogni anno questi spunti di riflessione, è progressivamente riuscita a concettualizzare che non è solo un settore che bisogna muovere a condottiero della Rinascita; ma è l’insieme, che si può creare con le diverse Arti, e può formulare il contesto ideale per portare lo splendore nel settore Culturale.
Tutta la premessa, per illustrare la bellezza esposta nel Narnia Festival, ove oltre alla musica ed alla danza, le arti figurative esplodono nella loro espressività, dialogando con le varie discipline; a cui è importante non escludere quelle più radicate nella vita del Territorio, elaborate da una selezionata Arte Culinaria che è sostenuta da un’eccellente produzione dell’Uva spremuta: che dopo fermentazione ed invecchiamento si gusta, bevendo il Vino. Compresi altri liquori.
Ovvio, quindi, che nello spazio espositivo presso via Garibaldi siano stati esposti 21 artisti che propongono il loro discorso a tutti coloro che si interessano nello stigmatizzare i momenti di Vita. Inoltre frequenti sono le Tavolate, con piatti locali selezionati, in cui si può gustare il vino di marca dalla Cantina “Le Stanze del Giglio”, che oltre alla produzione viticola offre tutti i servizi per ristoro, oltre ad appartamenti vacanze in cui si può assorbire tutta la verde campagna dell’Umbria.
Chi sono gli artisti che espongono? Sono 21 e sarebbe troppo lungo fare una descrizione della maniera d’esprimersi d’ognuno; ma le tecniche sono molto diverse, e non sono tutti Italiani, ma tutti propongono la Cultura e la Filosofia che hanno imparato nelle campagne della Regione al centro dell’Italia.
Ma veniamo all’inaugurazione che Cristiana ha annunciato con la musica di Rossini: arrangiata per pianoforte ed orchestra. Inizio spettacolo, ore 21,30. Mi sono preoccupato di trovare San Domenico – Auditorium Bortolotti, perché io che non abito a Narni non ero sicuro di trovarlo. Con una gentile indicazione, subito mi è apparso innanzi: praticamente la Sala Concerto che è stata maggiormente allestita anche negli anni passati. Però la mia incertezza è comprensibile perché, il complesso San Domenico, ha cambiato nome da poco, per ricordare l’importanza del narnese Mauro Bortolotti, che è stato un importante avanguardista nello stile musicale del ‘900, morto a Roma nel 2007. Però, tanto manca ancora 1\2 ora, sono andato al bar all’inizio del Corso, e mi son bevuto un buon Prosecco: prima di un concerto fa bene. Così mi sono avviato all’ora esatta presso l’Auditorium. La folla avanti in attesa era ancora enorme; arrivato poco innanzi l’ingresso, dopo una fila incredibile, gli uscieri hanno detto che non si poteva più entrare, perché erano esauriti i posti. Io mi sono disperato: ti pare che per un bicchiere di Prosecco mi perdo il concerto che Cristiana Pegoraro al pianoforte suonerà con l’Orchestra Filarmonica Città di Roma? Disposto a tutto, ma devo entrare. Infatti, quando le cose si fanno con grazia e per piacere, si ottengono. Però, vi assicuro, tanta gente che gremiva l’Auditorium così, non l’avevo mai vista.
Un attimo di attesa per permettere a tutti i presenti di trovar il posto ove seguir la rappresentazione adeguatamente, ed entra l’Orchestra: tutti giovani. Subito dopo, entra il Maestro Lorenzo Porzio; lo conosco benissimo, per aver parlato con lui dopo tanti altri concerti; ed incontrandolo dopo l’esecuzione di questa sera, mi ha detto che ha trovato i ragazzi della Filarmonica molto bravi, preparati ed uniti. Anch’io non mi son potuto esimere dal fare i miei vivi complimenti, certo dopo averli ascoltati. Per ultima, con disinvoltura ma elegante com’è la sua bellezza, entra Cristiana Pegoraro; ho temuto che i resti antichi degli affreschi potessero crollare, perché il pubblico ha applaudito con tale entusiasmo, che forse crollava qualche muro. Invece, sedutasi Cristiana, gli applausi si sono progressivamente smorzati, ed è rimasto solido anche l’intonaco.
La serata è stata dedicata a Gioacchino Rossini, certo, un caposaldo nella Musica Italiana. Questo compositore nacque a Pesaro alla fine del ‘700 (29 – 2 – 1792) ed i genitori erano nel campo della musica, perché il padre suonava nella Banda, la madre cantava anche brani classici. Molto turbinanti i momenti storici sopratutto nel regno Vaticano, dovette la famiglia peregrinare nell’Emilia Romagna perché il padre poteva essere condannato dalle Forze Papaline; e la madre indusse Gioacchino al Canto ed alla Musica. Questa nuova Arte Gioacchino l’assimilò subito, e la sua prima opera la compose che non aveva più di 14 anni. Però ha continuato a studiare ed a comporre ed è presto diventato uno degli autori più affermati, trionfando anche a Venezia. Così, sull’ali della Gloria, andò in Francia ad abitare vicino Parigi, esattamente a Passy. Credo che sarebbe stato un soggetto molto interessante se fosse stato analizzato da uno psicologo, ma allora ancora non c’era questa specializzazione medica. Perché i suoi cardini della vita erano 4: 1 il Riposo, 2 l’Amore 3 la Buona Cucina 4 la Musica. I brani musicali sono stati completati dalla recitazione di due giovini attori che hanno impersonato, Carlotte Rondana Maria Malibran, e Yuri Napoli Gioacchino Rossini. Sono state rese pubbliche lettere personali, in cui il carattere e gli atteggiamenti dei personaggi venivano smascherati, e senza apparenze dovute alla scena; l’interior esprimeva l’intimo della personalità. Ripeto che Gioacchino Rossini sarebbe stato un caso interessante in un’analisi psichiatrica.
I due attori, Carlotte e Yuri, hanno recitato esprimendosi con molta personalità, ma finalmente si sono ascoltati Attori Veri, non improvvisazioni tra il timido e l’impreparato. La loro interpretazione è veramente entrata nelle problematiche che esponevano, nel dramma velato dall’ironia, e per quanto belli e giovini, son senz’altro frutto di scuola. Faranno strada.
Per quanto riguarda i brani musicali, erano suonati con un grande schermo alle spalle; le immagini, secondo lo studio dell’attore Yuri Napoli, mostravano frammenti delle Opere che venivano suonate; la suggestione è riuscita a coinvolgere l’emozione, che ha investito il pubblico nella Partecipazione.
Finalmente veniamo a descrivere la parte centrale di tutta la serata: il Concerto di Cristiana e della Filarmonica, sotto direzione del maestro Lorenzo Porzio.
Certamente i brani fatti ascoltare erano tra i più noti del repertorio rossiniano. Ma brani noti di Rossini… e quanti ce ne sono! L’Autore non si poneva problemi sull’esistenza o sull’evoluzione sociale e politica; ma aspirava ad una stasi, nello “star bene”. Quindi la Musica che ha reso agli strumenti è veramente Grandiosa, perché la sua Arte nello scrivere si è mostrata assolutamente Fantastica; anche perché la Musica faceva parte del suo DNA (anche se Rossini non sapeva cos’era). Tanti i brani, dalle Opere più famose, suonati… Benissimo ! Avreste dovuto sentire l’armonia e l’affiatamento della Filarmonica, su cui Cristiana ha potuto articolare al pianoforte un Tema trascinante, che ha esaltato il pubblico.
Certo, Cristiana è una pianista al di sopra della media tra i più bravi; ma, indubbiamente, quando la Musica viene sostenuta da un’ Orchestra che entra dentro le Note, e trascina il Motivo, il suono del pianoforte viene esaltato, e Cristiana nella sua partecipazione è stata lanciata con entusiasmo dai ragazzi, che formavano una Base Musicale solida, armonica.
Il pubblico si è immedesimato nell’ondeggiare delle Note con Entusiasmo, partecipando le scale ed i semitoni con il fervore in cui era trascinato. Infatti, come bis, è stato scelto un frammento di un brano che rispondeva esattamente all’emozione che si era creata: Tarantella Napoletana. Rossini, natìo di Pesaro, conosceva lo spirito Napoletano; per quanto sia facilmente travisato e volgarizzato. Ma nell’atteggiamento aristocratico di Rossini, non poteva entrare il “volgare”, ed il ritmo ha portato in Cielo tutto il Pubblico, che si è sentito ammantare dall’Orchestra e dal pianoforte, suonato a 4 mani perché il maestro Porzio si è seduto affianco a Cristiana per un’interpretazione in 2 sullo strumento.
E’ troppo poco dire che è stato un Concerto Emozionante; ed a questo proposito direi che mi sembra svilente la carica d’humor che ha voluto impostare il presentatore Massimo Giletti, che è stato molto scherzoso, ma mi sembra sia entrato poco nel significato dell’euforia che era entrata nei presenti. Però, da amico del direttore dal tempo dell’infanzia, ha svelato un segreto che certo non si può render noto nel programma di un Concerto; il maestro Lorenzo Porzio, allenandosi con volontà e sacrificio, è stato medaglia d’Oro alle Olimpiadi d’Atene. Anche se non è stata detta la specialità, i Complimenti da Entusiasti vanno porti con Ammirazione. Medaglia d’Oro: che vuoi di più?
Tutto è finito, concerto entusiasmante, tutti a mangiare. Torniamo a casa? In verità io mi ero fatto conservare la cena per quando sarei tornato. Ma la direzione del Narnia Festival ha trovato opportuno dare un senso a tutta la Manifestazione, che si svolge non per profitto, ma per far esplodere la Cultura: infatti, tutto Gratis.
In un’ala dell’Auditorium era stata preparata una cena per tutti i presenti. Avete capito bene: chi voleva (chi non ha voluto?) si tratteneva a mangiare i piatti caratteristici della zona, preparati con cura ed abbondante per il doppio delle persone presenti (non ne sarebbero entrate di più). Durante la degustazione delle specialità offerte, di cui ho preso un pochino delle tante offerte, ma erano talmente tante che mi son dovuto affrettare per mangiarle tutte; tra un boccone e l’altro, ho incontrato l’agente di Cristiana che, venuto da New York, ha assistito alla forma che abbiamo in Italia delle Feste Musicali. Son convinto che, a parte le frasi di convenzione, sia rimasto stupito e senz’altro compiaciuto. Perché i Modi e le Maniere sono profondamente diverse tra una metropoli Americana ed un piccolo Paese Italiano; ma, come detto nell’introduzione, gli scopi si uniformano.
Ed il suo sorriso mi ha convinto di ciò.
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