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“CITTA’ SENZA TEMPO”

AG.RF.(Massimo PedroniUna giornata sulle pendici dei Monti Lepini).05.11.2013

“riverflash” – Da tempo rimuginavo il proposito di scrivere qualcosa, di esplicito apprezzamento per un libro a suo modo fuori dagli schemi, coraggioso, controcorrente, e che potrebbe far storcere la boccuccia a qualche tarda vestale non tanto del “politicamente corretto”, quanto del “culturalmente corretto”. “Passeggiate nei prati dell’eternità” edizioni Mursia, è il titolo del coinvolgente libro di Valeria Paniccia. L’autrice ha posto all’attenzione, non solo dei lettori, ma dei sodali che l’hanno seguita in questa sua iniziativa, i cimiteri, “le città senza tempo”. In questa che con termine sicuramente riduttivo, ma esplicativo, possiamo definire Guida, l’autrice accompagnata da novelli “virgili” del calibro di Giorgio Albertazzi, Massimo Cacciari, Pupi Avati solo per citarne alcuni, visita i cimiteri delle città di riferimento, dal Monumentale di Milano, all’Acattolico di Roma passando per il San Michele di Venezia e tanti altri a livello europeo. Questi luoghi, costituiscono dei veri e propri scrigni di opere d’arte a cielo aperto. Aggirarsi per questi “giardini” suscitano, come nella Paniccia e nei suoi accompagnatori, ricordi, emozioni profonde, considerazioni, interrogativi ultimi. Nostalgie intrattenibili per gli affetti che ci hanno lasciato. Ho volutamente atteso che passassero le celebrazioni della data dei defunti, prima di scrivere di “Passeggiate nei prati del’eternità”, per non mescolare riflessioni sul libro legate all’occasionalità. La civiltà moderna, si è costruita, tra le altre cose su un presupposto impossibile. Ha cercato di rendersi per così dire “orfana della morte”. Fenomeno che è stato rimosso, negato in tutti i modi. Non accettato come quello che è, un ciclo assolutamente naturale. A furia di dipingere un mondo  fatto di mirabolanti aspettative, questi pittori della “domenica” è proprio il caso di dirlo, hanno proposto un quadro inesistente. Al netto di tutte le scaramanzie del caso, e delle dozzinali ironie che potrebbe fare qualche sprovveduto, “Passeggiate nei prati dell’eternità”, è un libro che per i suoi forti contenuti evocativi, di stimolo all’ approfondimento culturale, valutando come fa l’autrice che “le lapidi sono porte, non muri”, è sicuramente da leggere e da indicare agli amici, specialmente a quelli imbambolati da tutto quello che gli organi di “distrazione di massa”, indicano come cose “corrette”. E l’ulteriore valore del libro sta proprio, nell’avere per il giorno d’oggi, un approccio teorico e metodologico “scorrettissimo”. Penso che di libri così, che in qualche modo scalfiscano il “pensiero unico” ce ne sia proprio bisogno.

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