20 Gen 2015
CINEMA SPERIMENTALE – ANDY WARHOL: «SLEEP» USA (1963)
di Marino Demata (AG.RF 20.01.2015) ore 16:00
(Rive Gauche – Artecinema) – Alla metà degli anni ’60 Andy Warhol era impegnato a dipingere in maniera molto intensa e impegnata, allorchè iniziò una nuva avventura cin i Multimedia. Inizialmente si trattò di una piccola “deviazione” verso la musica: egli divenne il manager, il produtto0re e il patron di un Band, The Velvet Underground. Ma ben presto è il mondo cinematografico quello ove lui riversò le maggiori energie, se si pensa che tra il 1964 e il 1966 egli riuscì a girare ben 500 film brevi, quelli che lui definiva “screen tests”, interpretati da amici, celebrità e modelli, tra i quali ricordiamo Lou Reed, Nico, Edie Sedgwick, e Dennis Hopper. Poi egli si mise a girare una serie di film molto più lunghi, che egli definì gli anti-film. Il primo di questi fu Sleep. In origine Andy Warhol avrebbe voluto che il film fosse interpretato da Brigitte Bardot, ma poi ripiegò sul suo amico John Giorno.
Questo primo anti-film dimostra quale carica innovativa celasse dentro di sé la Pop-art americana grazie al suo massimo esponente. Andy Warhol fu indubbiamente un grande innovatore delle arti figurative e non deve sembrare strano che egli abbia dedicato così tanto tempo ed energie al cinema, riuscendo anche a realizzare un film a settimana. Tanto che molti critici hanno sostenuto che, nel suo sperimentalismo, Andy Warhol sia uno dei film-makers che meglio abbia saputo fare un uso nuovo e intelligente del mezzo-cinema.
Il soggetto di Sleep è abbastanza semplice: Andy Warhol riprende il suo amico John Giorno mentre dorme. La durata del film è di ben 5 ore e siamo di fronte quindi ad un film di genere astratto-sperimentale. Ovviamente il film stesso è del tutto muto, concentrato come è al sonno di John Giorno. David Cronenberg, che si è molto interessato al percorso artistico di Warhol, ha provato a dare una spiegazione del perché questi si sia concentrato su un tale soggetto cinematografico, come sua prima opera filmica sperimentale. Egli la rinviene nel fatto che Warhol era molto timido e tra l’altro non amava essere toccato. Amava ripetere che egli era completamente asessuale, anche se Cronenberg mostra di non prestare assolutamente fede a questa affermazione. Cronenberg riferisce che la scelta di un simile soggetto, una persona che dorme, è dovuta proprio al fatto che essa, in quanto dormiente, non dovesse discutere o interagire con lui: un modo per lavorare con un oggetto inanimato, visto che l’attore era autenticamente dormiente.
In questa sua “vocazione” astrattista nel cinema, qualcuno ha paragonato l’opera di Warhol a quella di un altro successivo film-maker sperimentale, lo svedese Viking Eggeling, di cui va ricordato soprattutto la sua opera cinematografica più notevole, “Sinfonia Diagonale”, un film astratto di circa 7 minuti, una sorta di sorta di “sinfonia visiva” o “musica ottica”, come è stato definito, presentato nel 1925 e vero modello di cinema sperimentale. Assieme a Eggeling vanno ricordati, sempre come prosecutori dell’astrattismo sperimentale del cinema di Andy Warhol, due autori come Richter e Ruttman. Il più sperimentale di tutti fu probabilmente proprio Richter, che affidò ai suoi cortometraggi il compito di portare avanti una esplorazione nelle potenzialità che il linguaggio del cinema potesse offrire.
Fonte: https://larivegauchecinema.wordpress.com/