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CHIESTO L’ARRESTO PREVENTIVO DI LULA, EX-PRESIDENTE DEL BRASILE

lula da silvaAG.RF 12.03.2016 (ore 08:56)

(riverflash) – Un immobile di lusso intestato a una società coinvolta nelle tangenti elargite al colosso petrolifero Petrobras sta causando notevoli guai a Lula da Silva, ex-sindacalista ed ex-presidente del Brasile. La procura di San Paolo ha chiesto il suo arresto preventivo per evitare inquinamento delle prove. Secondo l’accusa Lula avrebbe occultato la proprietà di un attico nel quartiere Guarujà, sul litorale di San Paolo. Nella stessa inchiesta sono coinvolti anche la moglie dell’ex presidente, Marisa, e il loro primogenito, Fabio Luis.

Il presidente del Brasile Dilma Rousseff, da sempre vicina al suo predecessore e membro del suo stesso partito, avrebbe offerto a Lula un posto nella squadra di governo per evitargli l’arresto, ma sarebbe stata una mossa infelice, che avrebbe confermato il sospetto di colpevolezza. Luiz Inacio Lula da Silva, questo il suo nome completo, si proclama invece innocente e punta a cadidarsi nel 2018 alla presidenza del Brasile, mandato che ha già espletato dal 2002 al 2010.

La procura di San Paolo sospetta che Lula e sua moglie siano i reali proprietari dell’attico di Guarujà, intestato alla holding del mattone Oas, coinvolta nell’inchiesta «Lava Jato», che ha già portato in carcere decine di politici, manager, imprenditori e faccendieri. Gli investigatori sospettano che l’attico sia stato acquistato da Lula e arredato su dirette indicazioni della moglie dell’ex presidente. I magistrati sono arrivati a questa conclusione dopo aver interrogato un centinaio di persone tra vicini di casa, operai, portinai e impiegati dello stabile.

Lula, invece, ha ripetutamente smentito di essere il proprietario dell’appartamento ma ha ammesso che in passato gliene era stato proposto l’acquisto. L’Istituto Lula, la fondazione dell’ex capo di stato, ha precisato il mese scorso che la signora Marisa aveva acquistato una quota dell’immobile attraverso una cooperativa del sindacato dei bancari, che venne però dichiarata insolvente e la proprietà dell’intero condominio Solaris venne rilevata dalla Oas.

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