22 Gen 2013
CHIESTI 6 ANNI E 6 MESI DI RECLUSIONE PER RAFFAELE FITTO
(riverflash) – Un’altra tegola si abbatte sul Pdl: la richiesta è stata avanzata nel corso del processo su presunti illeciti in appalti. Nel mirino dei giudici ci sarebbe dunque una presunta tangente di 500.000 euro per un appalto da 198 mililoni quando era Presidente della Puglia, ricevuta da Giampaolo Angelucci. Questa è una delle due accuse di corruzione attribuite all’ex Ministro agli Affari Regionali Raffaele Fitto, che giustificano la richiesta di condanna a 6 anni e 6 mesi. L’ex presidente della Regione Puglia, oggi capolista alla Camera in Puglia nelle liste del Pdl, è anche accusato di peculato, illecito finanziamento ai partiti e di due episodi di abuso d’ufficio. “Sono scioccato e senza parole per l’abnormità della richiesta – ha dichiarato l’ex Ministro – anche perché dopo ben 8 anni di processi, ho collezionato solo assoluzioni e proscioglimenti; a tale proposito, rilascerò dichiarazioni ai giudici in aula, il 25 gennaio p.v. . I fatti contestati si riferiscono 1999-2005 anni in cui Fitto era presidente della Regione Puglia e riguardano l’esistenza di un presunto accordo illecito finalizzato ad assicurare le concessioni di servizi di pulizia, sanificazione ed ausiliariato da parte di enti pubblici e di Asl pugliesi alla società “Fiorita”, nonché , l’affidamento di un appalto da 198 milioni di euro per sette anni ad una società di Angelucci per la gestione di 11 Residenze sanitarie assistite (Rsa). Secondo l’accusa, Angelucci per vincere questo appalto, versò al soldi movimento politico creato da Fitto per le regionali dell’aprile 2005, prima di tutto alla Puglia (500.000 euro) aggiungendo così ai reati contestati, anche quello di finanziamento illecito ai partiti. Per questi fatti Angelucci, il 20 giugno 2006, fu messo agli arresti domiciliari per alcuni giorni, invece per Fitto, allora parlamentare di Forza Italia, la magistratura barese chiese alla Camera l’autorizzazione a procedere all’arresto, richiesta che fu negata dall’Aula di Montecitorio. Per Fitto e Angelucci, il pm Renato Nitti ha chiesto l’interdizione dai pubblici uffici e una confisca per per una la somma di 10.500.000 euro: 10 milioni quale presunto profitto della corruzione, 500.000 euro pari al prezzo della presunta tangente. Per le dieci società imputate – La Fiorita, Duemila, Consorzio San Raffaele, Fondazione San Raffaele, Tosinvest Sanità, Finanziaria Tosinvest, Giada, Multires, Cooperativa Editoriale Libero e Casa di cura privata Santa Lucia – la procura ha chiesto complessivamente la condanna al pagamento di 5.600.000 euro e per La Cascina, Duemila, Fondazione e Consorzio San Raffaele anche l’interdizione dall’attività per un anno.
AG.RF 22.01.2013