7 Mar 2013
CHI PROTEGGE GLI IMPRENDITORI?
Tutti vogliono più lavoro e meno disoccupazione, che è salita al 12%, con oltre il 40°% di giovani senza lavoro. Tutti i partiti appena eletti in parlamento proclamano che daranno nuovo impulso al lavoro, ma come? Parliamoci chiaro: chi assume gli operai e gli impiegati? L’impresa, ovviamente, visto che non si può pensare che diventino tutti impiegati statali. Ma chi vuole fare impresa oggi in Italia? Con la pressione fiscale e gli oneri sociali e di protezione dell’ambiente e della sicurezza che ci sono, la cosa appare molto difficile, se non impossibile. E allora, chi ci porterà lavoro? Non certo i sindacati, che si ostinano a dare protezione solo a chi ha già il posto di lavoro e se ne infischiano dei disoccupati! Se si parla di lavoro dipendente, gli unici che possono offrire posti di lavoro sono gli imprenditori che, ad oggi, non sono protetti da nessuno, anzi, molto spesso, sono vilipesi e perseguitati. Non esiste un sindacato degli imprenditori al pari di quello dei dipendenti. Certo, c’è Confindustria, ma non mi pare sia così efficiente nel dare protezione agli imprenditori come lo sono i sindacati per gli impiegati. E allora? Gli schemi e le strategie sindacali non sono cambiati da decenni: in pratica dai tempi del boom economico, quando si poteva a buon diritto parlare di sfruttamento della classe operaia da parte del “padronato”. Ma oggi le cose si sono capovolte: tutti cercano lavoro ma sono sempre meno quelli che lo offrono, per cui i vecchi schemi sindacali vanno sicuramente rivisti: ormai sono superati, come la TV in bianco e nero ed il fax. Inoltre ci si mette la magistratura, ad imporre alle imprese di riassumere chi non ha firmato il contratto di lavoro e a far chiudere grandi realtà industriali come l’ILVA, o a far entrare in grossa crisi chi ha fatto fare un contratto di milioni di Euro con un paese straniero facendo qualche “regalo extra” al politico straniero corrotto di turno (quando tutti sanno che in quel paese non si fa nulla senza quegli extra…). Chi ha voglia di investire in Italia? Non cero gli stranieri, ma ora non ne hanno più voglia neppure gli italiani.
AG.RF. (CP) 07.03.2013