AG.RF.(Claudio Peretti).24.10.2014
“riverflash” – Siamo in un periodo in cui i problemi economici sono diventati della massima importanza, sia per i cittadini che per i governanti. Molti ministri importanti sono e sono stati economisti: Monti, Padoan e anche Giulio Tremonti (di cui non si parla più, scomparso nel nulla). Gli economisti, quelli da premio nobel, sono spesso invitati ai talk show televisivi e dicono sempre la loro. Ricordo che tanti anni fa, durante la crisi del 1987, hanno intervistato un celebre premio Nobel per l’economia, chiedendogli di spiegare le ragioni della crisi e lui ha risposto in questo modo: “un palloncino, se lo si gonfia troppo, scoppia!”. Grande! Grande spiegazione, tutti abbiamo capito, c’era l’esplosione dei guadagni in borsa, si creavano soldi dal nulla, era il periodo in cui Tiscali si era quotata in borsa ed il suo valore azionario si era più che decuplicato, ed ecco che veniva fuori il premio nNobel a spiegarci il motivo della grande crisi. Dove sta allora il problema con gli economisti? Ma sta proprio lì: perché il famoso premio Nobel per l’economia non ce lo ha detto prima? Perché non ci avvisano prima dei rischi che si corrono dando troppa importanza al mercato azionario e sovraquotandolo? Perché nessuno ci ha avvisato per tempo della crisi bancaria americana del 2008, di cui stiamo ancora oggi pagando le conseguenze in Europa?
Ricordate quando Monti, il grande economista è andato al governo? Si trattava di sostituire Berlusconi, la cui credibilità era scesa ai minimi termini (casi Rubi, lodo Mondadori, caso SME ecc.) ebbene, com’è andata? Forse che l’economia italiana è migliorata? Neanche per idea: l’economia italiana è notevolmente peggiorata, si sono ridotti i consumi, la politica di lacrime e sangue imposta da Monti (si era persino coniato il detto “rigor montis”) ha prodotto diminuzione dei consumi e riduzione della fiducia dei cittadini nel futuro. Quale migliore occasione avrebbe mai avuto un economista, diventato capo del governo, di mostrare le sua utilità facendo migliorare l’economia del paese che governava?
Il suo governo è rimasto in carica dal 16 novembre 2011 al 28 aprile 2013 e, guardando i risultati, è forse stato il peggior governo del dopoguerra. Oggi siamo alle solite, gli economisti non riescono a cavare un ragno dal buco, se si ascoltano i loro pareri su come gestire questa crisi, ne sentiamo di tutti i colori e, probabilmente, gli stessi pareri sarebbero dati da tassisti, negozianti, barbieri e così via. Dove sta allora la differenza tra questi rappresentanti molto onorevoli della razza umana ed economisti laureati, blasonati, premiati e famosi? Sta proprio in questi termini, loro sono laureati, blasonati, premiati e famosi, gli altri sono persone qualunque. Lui, l’economista, ha la giacca e la cravatta e parla con sussiego, sicuro di sé, mentre gli altri, con molta più onestà intellettuale, dimostrano qualche dubbio mentre parlano. Cosa propongo? Gettiamo a mare questi tromboni che parlano con sussiego con la giacca e la cravatta, non fidiamoci più di loro: non ne hanno mai azzeccata una. I metereologi sono meglio, d’accordo che anche la meteorologia non è una scienza esatta, ma pare proprio che l’economia sia ancora meno esatta, per cui non serve proprio. P
ropongo quindi di cancellare il premio Nobel per l’economia, sarebbe meglio stabilire un premio Nobel per gli indovini, gli stregoni e gli sciamani, almeno si potrebbero giudicare meglio le loro prestazioni con dati certi delle previsioni fatte!
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