AG.RF.(MP).28.02.2014.(ore 6.20)
“riverflash” – Cgil, Cisl e Uil in un comunicato stampa unitario, hanno alzato la voce contro il sindaco di Roma, Ignazio Marino, reo secondo loro, di voler distruggere la città e terrorizzare i lavoratori sotto la minaccia dei tagli in busta paga. Ecco il testo del comunicato che ci è giunto ieri in redazione:
“L’irresolutezza della politica, ormai ostaggio di se stessa, ha determinato un quadro di precarietà generale che ha come unica vittima i cittadini, i servizi e i lavoratori. Ormai registriamo ogni giorno le minacce mediatiche di taglieggiamento delle prestazioni alla cittadinanza e del salario dei dipendenti capitolini. Come al solito cittadini e lavoratori diventano strumento di una politica miope che sfrutta i più deboli per meri giochi di palazzo. Se la salvezza di Roma passa attraverso la chiusura dei musei, la chiusura delle società, il mancato pagamento dei salari di chi ogni giorno manda avanti questa città , Roma Capitale non può immaginare di avere un futuro. Nessuno parla di quanto questa città sia stata spogliata delle sue risorse e di quante opportunità di rilancio siano state perse. Non sentiamo mai il primo cittadino mettere in discussione gli sprechi, le consulenze e gli stipendi d’oro. I lavoratori di Roma Capitale non assisteranno passivamente a chi minaccia ogni giorno la tenuta dei servizi e il taglio della busta paga. I sindacati da anni inascoltati lamentano il mancato riconoscimento e l’adeguato finanziamento per Roma Capitale da parte del Governo nazionale. Abbiamo salutato con favore le risorse che in questi mesi sembravano dovessero arrivare dallo stato centrale e su cui non c’è ad oggi purtroppo nessuna certezza. Siamo pronti a fare la nostra parte, proporremmo iniziative e sosterremo tutte quelle iniziative per fare in modo che gli accordi presi dal Governo per sostenere Roma vengano rispettati e la crisi economica della capitale non prenda una deriva pericolosa a patto che ciascuno si assuma le proprie responsabilità e queste non vengano scarica che sulle spalle dei più deboli”.
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