25 Gen 2014
CARO DIAMANTI, PREDICHI BENE MA RAZZOLI MALE
di Francesco Guerrieri (AG.RF 25.01.2014) ore 20,20
(riverflash) – Come spesso accade, nel calciomercato non c’è niente di sicuro finché non arrivano le firme sui contratti.
Non ultimo il caso di Alessandro Diamanti fantasista e capitano del Bologna, che sembrava in procinto di passare al Guangzhou, squadra cinese allenata da Marcello Lippi. L’offerta dei cinesi era di 9 milioni di euro al Bologna e 11 milioni per 3 anni più bonus al giocatore.
L’ex centrocampista del Brescia, spinto dall’alto stipendio che avrebbe percepito, ha accettato l’offerta pur essendo consapevole che quasi sicuramente avrebbe dovuto rinunciare a quella che potrebbe essere la sua ultima possibilità di disputare un Mondiale.
Qualcuno si chiederà: “Ma questo Diamanti è quello che ha accusato Totti dicendo che è facile essere bandiere quando si guadagna tanto?”. Esatto, proprio lui.
E’ il 28 Gennaio 2012, vigilia della 20° giornata di campionato, che vede una Roma allo sbando con Luis Enrique in panchina ospitare il Bologna di Stefano Pioli. Nella consueta conferenza stampa pre partita, si presenta il capitano rossoblù Alessandro Diamanti. Quando gli viene chiesto un giudizio sulla fedeltà di Francesco Totti alla Roma, il fantasista ha risposto in questo modo: “Totti è un grande campione, non dico una bandiera perché per me le bandiere non esistono. Ha fatto una grande carriera, ma se gli chiedessero di giocare gratis allora sarebbe una bandiera, con dieci milioni di stipendio è facile. Quando ci sono di mezzo i soldi le bandiere non esistono”. Parole che hanno fatto discutere molto sia nell’ambiente giallorosso che in tutta Italia e che sono state parzialmente rettificate dal giocatore: “Le mie parole sono state un po’ strumentalizzate. Non ho attaccato personalmente Totti, ho solo affermato che per me le bandiere nel calcio non esistono, ognuno gioca per soldi. Anche io sarei rimasto nella mia città se mi avessero garantito un buon ingaggio”.
Per la cronaca quella partita finì 1-1 con gol di Pjanic e Di Vaio ed una marea di fischi da tutto lo stadio appena Diamanti prendeva palla.
Tornando all’attualità, il trasferimento del numero 10 rossoblù alla corte di Lippi è saltato perché le modalità di pagamento non sarebbero state veloci: tra l’avvicinarsi del Capodanno cinese e alcune pratiche burocratiche da sbrigare, il bonifico non sarebbe arrivato prima di Febbraio (periodo in cui il mercato in Italia è già chiuso). Dettaglio che ha fatto bloccare l’affare.
Rifiuto, quindi, arrivato da parte della società ma non dal giocatore, allettato dal maxi stipendio cinese.
Non sarebbe stato il primo a preferire i soldi rinunciando a prender parte ai maggiori campionati europei. Il più famoso è il caso di Samuel Eto’o, che nel 2011, dopo aver vinto tutto con l’Inter, lascia il club neroazzurro per giocare nell’Anzhi, club russo appena prelevato dal magnate Sulejman Kerimov, convinto di farne una squadra di grandi campioni. Quello che ha fatto notizia, non è stato il prezzo del cartellino (che si aggirava intorno ai 25 milioni di euro), ma lo stipendio percepito dall’attaccante camerunense: 20,5 milioni a stagione per tre anni (!), che ne ha fatto il giocatore con lo stipendio più alto della storia del calcio.
Per quello che riguarda la trattativa legata a Diamanti, ciò che lascia perplessi è il comportamento del giocatore dopo quelle dichiarazioni rilasciate nel 2012; appena si è presentata l’occasione, ha accettato l’offerta senza esitare. E non si sarebbe trattato di guadagnare qualche milioni in più in una squadra di basso livello ma comunque competitiva, ma di giocare in un campionato sconosciuto pur di guadagnare una grande somma di denaro, come se ne avesse bisogno.
Francesco Guerrieri