AG.RF.(MP).20.09.2016
“riverflash” – Il cane, il miglior amico dell’uomo e non solo… perché i cani capiscono il senso delle nostre parole, dall’intonazione e ci comprendono veramente, molto più di quanto pensiamo. A rivelarlo è uno studio condotto dall’Università Loránd Eötvös di Budapest, una delle più grandi e antiche dell’Ungheria, che ha analizzato la reazione del cervello di cani, di fronte alle parole pronunciate dai loro padroni. Chi possiede un amico a 4 zampe, si chiede spesso se le sue parole potranno essere comprese, magari dal tono della voce e molti si rivolgono ad esso, come se parlassero ad un “umano”. Ebbene, questa non è una convinzione tanto sbagliata, perché, “entro certi limiti”, gli scienziati hanno dimostrato che il senso delle nostre parole viene compreso eccome. Lo studio è stato condotto su 13 cani, appartenenti a quattro razze diverse: border collie, golden retriever, pastore tedesco e cane nudo cinese. Sono stati addestrati a restarsene tranquilli e a ignorare il rumoroso ma innocuo scanner utilizzato per effettuare una risonanza magnetica funzionale: un esame per nulla invasivo che serve per vedere e analizzare i tessuti interni dell’organismo, in questo caso del cervello, e per rilevare quali sue aree si attivano a seconda degli stimoli ricevuti. Ogni scansione durava circa 7 minuti, durante i quali sono state fatte sentire ai cani diverse frasi pronunciate dai loro padroni. In molti casi si trattava di semplici comandi, pronunciati con varie intonazioni. Secono i dati raccolti, nella maggior parte dei casi, l’emisfero sinistro del cervello dei cani si è attivato a seconda del senso delle parole, più o meno come avviene nel cervello umano. Le parole usate per lodare il comportamento hanno attivato più zone in questo emisfero rispetto a quello destro, e a prescindere dalla loro intonazione. È stata invece notata una maggiore attività nell’emisfero destro per l’elaborazione di informazioni più emozionali, legate in questo caso all’intonazione e non al senso delle parole. Nel caso delle parole pronunciate con tono elogiativo, le aree dei due emisferi si sono attivate in modo coordinato, suggerendo che i cani reagiscano meglio a questo tipo di stimoli. La conclusione è quindi che i cani tengono conto di ciò che diciamo e soprattutto di come la diciamo. Tuttavia molti hanno criticato i risultati di questa ricerca, visto il numero esiguo (12) preso in considerazione per l’esame svolto (la risonanza magnetica funzionale utilizzata.. che a volte porta a falsi positivi o informazioni contraddittorie: serviranno quindi, ulteriori approfondimenti, per rendere “sicuri” i risultati degli scienziati.
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