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BOZZA DI DECRETO PRESENTATO DALLA MADIA: NEL 2015 IL BOLLO AUTO AUMENTERA’ DEL 12%

madia mariannaAG.RF 28.06.2014 (ore 11:10)

(riverflash) – Una coperta corta che se la tiri da una parte scopri l’altra. Le finanze statali in Italia sono disastrate e facciamo fatica a pagare ogni anno interessi miliardari sul debito pubblico, che non scende di un euro. La stangatina più attuale riguarda  il bollo auto che aumenterà a partire dal prossimo 2015. E l’aumento è sensibile. Leggiamo nei dettagli:

Il decreto sulla riforma della Pubblica Amministrazione contiene anche una sgradita sorpresa per gli automobilisti. Nel 2015 il bollo potrà aumentare del 12%.

Lo prevede l’articolo 15 della bozza di decreto presentata dal ministro Marianna Madia. Viene indicata l’istituzione dell’archivio unico per la gestione di un documento unico (riassume di dati di libretto di circolazione e certificato di proprietà) dell’auto.

In dettaglio, il Pra è destinato a passare dall’Aci sotto la vigilanza del ministero delle Infrastrutture. Lo stesso articolo specifica che gli importi annuali delle tasse automobilistiche potranno aumentare, per il solo 2015, fino ad un massimo del 12%.bollo-auto-contrassegno-evasione

Il governo Renzi ha bisogno di soldi, in Italia in 10 anni si sono persi 6 milioni di posti di lavoro, la crescita è dello 0,02%, cioè nulla, ma è vietato il disfattismo, bisogna essere ottimisti anche se l’ottimismo di Silvio Berlusconi ha messo in ginocchio gli italiani. Queste le incongruenze che sono state rilevate:

1) I dati usati per le simulazioni del bonus Irpef risalgono al 2011, nel frattempo però la platea dei soggetti interessati potrebbe essere mutata in modo significativo sia dal punto di vista numerico che dal punto di vista del reddito di riferimento di ciascun soggetto. Dunque i conti (6,6 miliardi per 10 milioni di cittadini) potrebbero essere sballati
2) Per il taglio Irap del 10% il governo ha stimato un minor gettito in 2,05 miliardi di euro. Ma in realtà l’Irap del settore privato vale complessivamente 24,8 miliardi nel 2013 e dunque un taglio effettivo del 10% vale circa 2,5 miliardi
3) Il dossier esprime dubbi sulla stima effettiva della rivalutazione delle quote di Bankitalia, la cui tassazione rappresenta una delle coperture chiave degli 80 euro. I tecnici della Camera hanno dubbi sul valore di 6,9 miliardi di euro riferiti dal governo
4) La rivalutazione delle quote Bankitalia è una misura una tantum e quindi non strutturale
5) Dubbi pure sui tagli alle partecipate

6) L’ennesimo taglio alle dotazioni dei Comuni potrebbe mettere a rischio le loro funzioni fondamentali
7) Al Senato è slittata al 2016 la norma che riguarda l’obbligo di pubblicare i bandi e avvisi di gara solo online e non più sui giornali. Questo potrebbe far mancare 75 milioni di euro
8) Il governo non ha valutato la possibilità che gli investitori fuggano dalle attività finanziarie la cui tassazione passa dal 20 al 26%: gettito aggiuntivo a rischio
9) Scabroso capitolo Tasi: in considerazione dello slittamento dei termini per i Comuni che non hanno deliberato le aliquote, lo Stato potrebbe rimetterci nel meccanismo di anticipazione delle risorse che poi saranno restituite dai Comuni. E’ lo Stato, infatti, che copre gli interessi di tesoreria per conto dei sindaci
10) Dubbi sull’extragettito Iva da 650 milioni che dovrebbe scaturire dalla restituzione di 5 miliardi di debiti della Pa ai fornitori.

 

 

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