4 Giu 2013
BOSSI CONTRO MARONI. “STA DISTRUGGENDO LA LEGA”
MILANO (RIVER FLASH)- “Mi fa rabbia che Maroni cancelli ‘la Padania’ e si rammolisca con ‘Prima il Nord’ proprio quando era maturo il tempo per farci forza del diritto internazionale. Nell’Europa in crisi torna attuale l’indipendenza dei popoli attraverso il referendum come in Scozia e in Catalogna, superando la fase del federalismo. Lo faremo anche in Padania”. Suona come un manifesto della ‘nuova Lega’ la conversazione pubblicata da ‘la Repubblica’ con Umberto Bossi, con al fianco la sola moglie Manuela Marrone.
“La forza io ce l’ho ancora, a me non mi ammazza nessuno. E stavolta mi hanno fatto davvero ‘incazzare’. Il capo della Lega, ha sottolineato, resto io”. “Lui – ha detto di contro senza mezzi termini Bossi di Roberto Maroni – non ha i nostri ideali. Quando uno tradisce una volta poi tradisce sempre. E lui nel 1994 quando ruppi con Berlusconi sedeva al suo fianco. Oggi si illude di diventare il plenipotenziario di Berlusconi al Nord. Ma il Pdl non rinuncerà mai a presentare sue liste in casa nostra, come fa la Cdu in Baviera a vantaggio della Cdu”.
Inoltre, “Maroni sta distruggendo la Lega, butta fuori la gente. Io sarei stato dell’idea di non fare alcuna battaglia. Ma a furia di buttar fuori gente e tradire i nostri ideali la pressione su di me si è fatta irresistibile. Devo per forza mettermi alla guida del partito. Torni fra dieci giorni – si è rivolto a Gad Lerner – e le do la copia del nuovo giornale che stiamo preparando: ‘La lingua padana’. Ripartiamo dalla nosttra identità: ce ne è bisogno enorme. E allora il traditore dovrà fare i conti con noi”.
“Quel mio colpo di genio con cui avevamo preso la guida di Venento e Piemonte con Zaia e Cota di questo passo – ha proseguito Bossi – ce lo sogniamo. Tosi in Veneto porta via i voti alla Lega e fa accordi con i fascisti. Né il suo progetto per Verona mi è mai piaciuto. In Piemonte vogliono mettere a capo la moglie di Calderoli, Gianna Gancia: brava amministratrice ma dubito abbia le doti per guidare il movimento”. E quanto alle inchieste sull’uso personale anche a suo vantaggio dei fondi della Lega, “a Belsito i magistrati fanno dire quello che vogliono” e “lui non era un mio nome” e “aveva lavorato con Biondi, del Pdl”. In ogni caso “sono tutte balle” quelle sugli 800mila euro all’anno a lui versati dal Carroccio. E “non si permettano, perchè i ladri sono altrove”.