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BORSA, IN CALO IL TITOLO FACEBOOK

WALL STREET (RIVER FLASH)- Il social network, non decolla, anzi. La società di Palo Alto ieri ha perso l’11% del proprio valore e già si parla di prezzo delle azioni sovrastimato.fb

Il  titolo, lanciato venerdì scorso su Wall Street al prezzo iniziale di 38 dollari, ha superato di poco la soglia dei 42 dollari prima di cominciare a scendere, ritornando nella prima sessione ai livelli di partenza. Il vero crollo, però, si è registrato ieri, quando la società di Zuckerberg ha perso in una sola giornata l’ 11% del proprio valore di borsa. Vale a dire, 10 miliardi di dollari sugli oltre 100 miliardi del capitale sociale di partenza. Il prezzo di chiusura di lunedì era di poco superiore ai 34 dollari per azione.

Probabilmente il flop dipende da un concorso di più fattori. Gli analisti, a questo punto, sospettano che il prezzo di partenza fosse probabilmente sovrastimato. La società aveva inizialmente fissato un range di 28-35 dollari per azione al momento dell’Ipo, per poi correggere il tiro al rialzo nei giorni immediatamente precedenti. In tal caso la responsabilità del crollo di ieri potrebbe essere attribuita non già a un errore di valutazione di Zuckerberg e soci, ma piuttosto ai messaggi contraddittori lanciati dal colosso finanziario americano Morgan Stanley.

La banca ha curato l’Ipo per conto di Facebook e, secondo fonti vicine all’operazione, potrebbe aver esercitato un’influenza dominante nel processo di pricing delle azioni, senza però giustificare pienamente il rialzo dai 28-35 dollari ai 34-38 dollari finali. Peccato solo che, pochi giorni prima della quotazione, un analista della stessa Morgan Stanley abbia ridotto le proprie stime sulle performance di Facebook, rivedendo al ribasso le proiezioni sui ricavi 2012. L’esperto, Scott Devitt, avrebbe risposto così alla Sec, la Securities and exchange commission americana, che aveva sollevato dei dubbi circa laredditività dell’advertising sul comparto degli smartphone e dei dispostivi mobili. Il messaggio contraddittorio di Morgan Stanley avrebbe gettato nel panico diversi investitori, contribuendo alla performance deludente della società di Zuckerberg nei giorni passati.

Sui destini di Facebook in Borsa, per ora, è meglio sospendere il giudizio: una valutazione accurata non può che essere di lungo periodo, soprattutto quando si parla della seconda Ipo più consistente in tutta la storia di Wall Street. Anche Amazon, nel giorno della sua quotazione nel lontano 1997, è scesa ben al di sotto del prezzo di Ipo; se lo si guarda oggi, il titolo ha guadagnato più del mille per cento del proprio valore. Quel che è certo è che non bastano due sessioni di borsa per saltare alle conclusioni, né tantomeno per temere una nuova bolla della new e-conomy.

 

 

FT AG RF 22.5.2013

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