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BERLUSCONI: CRONACA DI UNA SENTENZA ANNUNCIATA

“riverflash” – Sette anni e l’interdizione a vita dai pubblici uffici: è finito così il processo in di grado, a carico di Silvio Berlusconi per la vicenda “Ruby”, così come si legge stamattina sulle pagine di tutti i giornali e così come annunciato tempestivamente sulle pagine della nostra testata. La vicenda è oramai fin troppo nota, ms ciò che lascia “perplessi” in questa situazione, è il modo in cui la giustizia viene esercitata in questo Paese. “Sentenza dura, che va oltre le richieste dei Pm” si legge sui quotidiani di oggi è probabilmente è così, perché la cosa strana in Italia è che, chi uccide il padre e la madre si fa al massimo 15 anni di carcere e chi “abusa” del suo potere per tirare fuori una ragazzina dal carcere e organizza festini con minorenni a scopo sessuale (ammesso che sia vero perché c’è stata un’alternanza di ammissioni e smentite e non si capisce dove sia la verità), viene condannato a 7 anni. L’ex Premier parla di “persecuzione” nei suoi riguardi e francamente qualche dubbio può venire in una situazione del genere e rivolgiamo a voi lettori la domanda: non si tratta forse di “abuso di potere” quando si condanna Silvio Berlusconi (sulla base di testimonianze che non si è capito se siano vere o false) ad una pena addirittura superiore alle richieste dei Pm? Non sorge forse il dubbio di una chiara volontà di eliminarlo dalla vita politica del Paese?  Tutto ciò sembra effettivamente un po’ esagerato e proprio queste sentenze che con la giustizia non c’entrano niente sono poi quelle che decidono il futuro del Paese. Erano tre donne, tutte e tre schierate e fin troppo “scontate” a leggere la pena (annunciata) inflitta a Berlusconi e da questo atto una cosa è emersa chiaramente (quello che molti volevano da mesi…): egli ora “deve” uscire dalla vita politica cosa che volutamente o per decisione di altri, sicuramente farà. Resta solo una specie di “timore” per la giustizia italiana: quando avviene un fatto grave , magari viene ucciso qualcuno ingiustamente e la verità è sotto gli occhi di tutti, come si fa ad ottenere giustizia se è così facile per i pm perseguire una persona anche in assenza di prove “certe”?

AG.RF. 25.06.2013

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