AG.RF.(Domenica Stilo). 05.09.2014
“riverflash” – Secondo un nuovo studio presentato al recente Congresso ESC (European Society of Cardiology), sarebbe il tè ad apportare maggiori benefici in termini di salute.
Lo studio, guidato dal professor Nicolas Danchin, dell’università René Descartes di Parigi, ha coinvolto 131mila persone dai 18 ai 95 anni ed è stato in grado di dimostrare come il tè sia in grado di ridurre la mortalità non cardiovascolare del 24%. Si è servito di un questionario che valutasse i consumi di tè e caffè.
In un periodo medio di osservazione di oltre tre anni, gli studiosi hanno conteggiato le morti, di 95 persone per problemi cardiovascolari e 632 per altre motivazioni, confrontandole con il tipo e la quantità di bevande consumate. Oltre alla minore mortalità non cardiovascolare tra i bevitori di tè, è emerso che chi beve caffè ha un profilo di rischio cardiovascolare peggiore di chi non lo beve, soprattutto perché tende a fumare di più.
Chi beve tè, invece, ha cuore e arterie più protette rispetto a chi non lo fa. Tra i bevitori di caffè, con l’aumentare dei consumi diminuisce la propensione all’attività fisica, mentre fra chi beve tè accade l’opposto: più tè, più sport. Fra gli altri dati curiosi dello studio, c’è il fatto che le donne bevono più tè degli uomini, e che l’effetto del tè nel ridurre i decessi non cardiovascolari vale per i bevitori che fumano o che hanno fumato in passato.
La conclusione di Danchin è che “Se dovete scegliere tra tè o caffè è probabilmente meglio bere il tè. Caffè e tè sono componenti importanti del nostro modo di vita e i loro effetti sulla salute cardiovascolare (CV) sono stati studiati in passato con risultati talvolta divergenti. Abbiamo studiato gli effetti del caffè e del tè sulla mortalità CV e la mortalità non CV in un’ampia popolazione francese a basso rischio di malattie cardiovascolari gli antiossidanti del tè potrebbero offrire maggiori vantaggi in termini di sopravvivenza”.
In sintesi, si può dire che la mortalità cardiovascolare è lievemente più alta nei consumatori di caffè, ma non statisticamente significativa. Il tasso di mortalità è invece aumentato a livello non cardiovascolare, ma diminuiva vistosamente se veniva eliminato il fumo: «Il trend di mortalità più elevato nei bevitori di caffè – sottolinea Danchin – è probabilmente in gran parte spiegato dal fatto che ci sono più fumatori nel gruppo che beve molto caffè». È vero che il tè sembra ridurre la mortalità cardiovascolare, ma l’effetto non era così significativo considerando i parametri per età, sesso e vizio del fumo. Quello che appariva evidente è che il tè era in grado di ridurre vistosamente il rischio di morte non cardiovascolare, possedendo antiossidanti che fornivano benefici di sopravvivenza nei bevitori con stile di vita più sani.
Adesso viene spontaneo porsi la domanda: è il tè a dare questi risultati o lo stile di vita di questi consumatori? Sicuramente una corretta alimentazione, con un’attenta idratazione sono alla base per un corretto e sano stile di vita.
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