7 Mag 2013
BATTUTE E SOPRANNOMI DI GIULIO ANDREOTTI: L’UOMO CHE HA FATTO LA STORIA
“riverflash” – Mezzo secolo in politica, nel bene e nel male: Giulio Andreotti ha fatto la storia della politica: 7 volte Premier e diversi incarichi di governo; è stato odiato, invidiato, amato e “perseguitato dalla giustizia” (poi assolto) “perseguitato come me”, ha dichiarato ieri Silvio Berlusconi. Insomma in un caso o nell’altro è e rimane un uomo che ha caratterizzato la politica italiana ma soprattutto rimane un uomo di grande cultura e spirito ironico: proprio per questo, nel corso della sua lunga carriera, gli sono stati attribuiti numerosi soprannomi (più o meno cattivi) a cominciare da “divo Giulio”, attribuito dal giornalista Mino Pecorelli il quale lo chiamo così, prendendo spunto da Giulio Cesare; e poi “zio Giulio” soprannome con il quale sarebbe stato conosciuto dai clan mafiosi, secondo l’accusa che gli costò il processo a Palermo dal quale uscì poi con l’assoluzione; tra i socialisti era invece conosciuto con il nome di Belzbù e nel famoso film di Paolo Sorrentino, intitolato “Il Divo”, i suoi appellativi furono “la volpe, la sfinge, fino ad arrivare al più conosciuto. “il gobbo”. Ma egli aveva preso tutti questi epiteti con la consueta ironia che lo contraddistingueva da tutti, tanto da coniare degli frasi che sono diventate dei veri e propri “aforismi”, che vogliamo qui riproporvi per ricordarlo:
La cattiveria dei buoni è pericolosissima
I miei amici che facevano sport sono morti da tempo
Meglio tirare a campare che tirare le cuoia…
– Il potere logora chi non ce l’ha;
– A pensar male degli altri si fa peccato. Ma spesso ci si indovina
– A parte le guerre puniche mi viene attribuito veramente di tutto
– La cattiveria dei buoni è pericolosissima
– L’umiltà è una virtù stupenda. Ma non quando si esercita nella dichiarazione dei redditi
– Amo talmente tanto la Germania che ne preferivo due
– Aveva spiccato il senso della famiglia. Infatti ne aveva due ed oltre
– I pazzi si distinguono in due tipi: quelli che credono di essere Napoleone e quelli che credono di risanare le Ferrovie dello Stato
– Essendo noi uomini medi, le vie di mezzo sono, per noi, le più congeniali
(fonte: “Il Giornale”)
AG.RF. (MP) 07.05.2013