21 Dic 2013
AUMENTATE LE VENDITE DEI CIBI LOW COST NEI DISCOUNT
AG.RF.(Flavia Guarino).21.12.2013. ore (18,57)
“riverflash” – Anche gli italiani diventano “Pazzi per la spesa”, ma che sia economica, si intende. E’ stato registrato infatti un ingente aumento delle vendite dei cibi low cost nei principali discount italiani. Lo afferma la Coldiretti commentando i dati Istat relativi al commercio al dettaglio nel mese di ottobre. Parlando di numeri gli incrementi sono stati, rispetto all’anno scorso, del 2,4 % nel mese di ottobre e dell’1,5% nei primi nove mesi dell’anno. Questo incremento ovviamente è stato accompagnato da un calo delle vendite del commercio al dettaglio in tutte le tipologie distributive per l’alimentare (-2,8 % per i piccoli negozi e -1,2% per i supermercati con un -0,3 % per gli ipermercati). Questo è il segnale che gli effetti della crisi stanno pian piano portando il 47 % dei consumatori italiani ad abbandonare l’idea del cosiddetto “negozio di fiducia” per passare a quella dello spendere “dove conviene”. Gli italiani si trasformano, a detta della stessa Coldiretti, in veri e propri “detective della spesa”: il 62 % infatti va a caccia di offerte speciali mentre il 42% cerca sempre prodotti che costano meno, aiutandosi anche con l’utilizzo di volantini (cartacei o digitali).La scelta di acquistare alimenti più economici però non solo potrebbe creare un grosso danno all’economia di piccoli negozi e supermercati ma anche alla stessa salute degli acquirenti che, attratti dall’idea di cogliere il miglior affare acquistando ingenti quantità di generi alimentari a prezzi troppo bassi, smettano di guardare alla qualità dei prodotti stessi, essendo molti di questi infatti non solo composti da ingredienti di minore qualità ma anche messi in commercio in maniera del tutto illegale (come conferma l’escalation di sequestri effettuati dai carabinieri dei Nac e dei Nas con l’operazione “Natale sicuro”). Infatti si attesta che un italiano su 5 sia stato vittima di frodi alimentari nel 2013 acquistando cibi fasulli, avariati e alterati, sempre secondo l’indagine Coldiretti/Ixè.